MODUGNO. CON ITALIA GIUSTA PER ROMPERE L'AGGLOMERATO DI POTERE= Stampa
Scritto da Redazione   
Martedì 11 Novembre 2014 19:43

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Da queste parti smuovere la stagnazione di poteri è stato un azzardo ed una scelta coraggiosa. E tuttavia la dimostrazione che un movimento possa spezzare un meccanismo consolidato, c'è stata. Che si possa smuovere la pubblica opinione, il vissuto caotico di questo paese sovradimensionato a condomini oltre il possibile e il vivibile. Che si possano tentare scelte politiche limpide e nette, l'esperienza amministrativa modugnese ce lo insegna

 

di  Francesca Di Ciaula

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M
ovimenti e liste civiche crescono ed ogni nuova competizione elettorale va bene. Che sia
stata l'elezione del consiglio metropolitano, che siano le primarie, luoghi ed occasioni di incontri si moltiplicano. Così può accadere che il progetto politico più ampio e complesso possa sfiorare il progetto locale, senza tuttavia intercettarlo e la mano tesa all'incontro venga subito lasciata cadere in nome di una presunta ampiezza del discorso, che travalica lo specifico del luogo e del tema. Eppure in ogni discorso politico, da qualunque parte provenga, lo sguardo non può non cadere sul luogo in cui un uditorio si è raccolto, la realtà del paese e le condizioni in cui la democrazia è lì gestita.

Qui a Modugno è successo questo, che un movimento, Italia Giusta secondo la Costituzione, dichiaratamente al di fuori di partiti, ha10675778 10202305689997679 2916789282868899422 n espresso un sindaco e una giunta si è formata al di fuori dei consueti patteggiamenti e distribuzioni di cariche istituzionali. Qui i partiti sono stati né più né meno che il riflesso delle rispettive realtà a livello nazionale; insieme, tutti all'opposizione sono stati concordi nel contrastare atti e proposte orientate al ripristino della legalità, in particolare nel settore dell' urbanistica, cuore e passione delle precedenti amministrazioni, indecentemente responsabili della condizione d'assedio da cemento di questo paese.
Da queste parti smuovere la stagnazione di poteri è stato un azzardo ed una scelta coraggiosa. E tuttavia la dimostrazione che un movimento possa spezzare un meccanismo consolidato, c'è stata.
Che si possa smuovere la pubblica opinione, il vissuto caotico di
questo paese sovradimensionato a condomini oltre il possibile e il vivibile. Che si possano tentare scelte politiche limpide e nette, l'esperienza amministrativa modugnese ce lo insegna.
Così pure che i cittadini ne possano avere maggiore consapevolezza.

E allo stesso tempo quale compito immane sia il dare al paese il respiro della buona qualità della vita, quanto siano fermi ed agguerriti i poteri forti fino all'esito del delegittimare un'amministrazione col metodo della congiura e di accordi nascosti, al di fuori dei contesti atto notaio1democratici consentiti. Che una rapina, uno scippo alla democrazia della rappresentatività, in questo paese abbia avuto luogo, non è dato da sottacere o mettere sullo sfondo in consessi, tavoli o semplici incontri con forze politiche o movimenti che siano. Lo esige la semplice logica dell'incontro, che richiede agli interlocutori un atto di riconoscibilità, di ascolto e legittimazione delle diverse identità convenute, per poter poi individuare punti di sintonia, anche esibire divergenze.
Oggi il percorso necessario a questo paese per sopravvivere a se stesso, un percorso così di recente violentemente interrotto, non esige cambiamenti di rotta e si alimenta dello stesso identico discorso, che nasce e si alimenta intorno al concetto di legalità, ma che tuttavia si riveste di significati precisi. Perché si ripropone in modo puntuale in una realtà drammaticamente segnata dalle vicende che hanno portato all'atto di scioglimento del consiglio comunale in maniera così incredibilmente veloce e brutale.
Oggi ancora più di ieri, in
questo paese abbiamo bisogno di parlare e discutere di temi e problematiche affrontate e purtroppo lasciate andare, perché un lavoro serio, mosso dall'attenzione a tutta la collettività, è stato interrotto da precise volontà e atti oscuri.
Eppure su queste tematiche, parole chiare e
puntuali dichiarazioni di intenti non sembra sia possibile sempre condividere. Lasciar cadere il discorso locale poiché creduto minimo, così spesso subordinato a quello degli accordi e delle mediazioni, è pratica comunemente adottata. Così la frase ben tornita diventa ampiamente inclusiva di differenze e opposti, concessioni e deroghe. Il linguaggio è il reale. L'oggetto del discorso è il discorso stesso che circuisce se stesso.

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Ultimo aggiornamento Giovedì 13 Novembre 2014 16:49
 
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