=ELEZIONI A MODUGNO. MAGRONE, SIATE RIBELLI. DATE UN VOTO SENZA CONDIZIONAMENTI= Stampa
Scritto da Redazione   
Giovedì 07 Maggio 2015 23:41

comizio rivista7

 “Siate ribelli. C'è una politica del voto guidato, che non fa bene alla democrazia.
Averne consapevolezza e opporre una prassi diversa
che faccia esercizio di libero pensiero, questo deve far parte
della rivoluzione culturale di questo paese” ha concluso Nicola Magrone.

di  Francesca Di Ciaula

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Ad una piazza non ti abitui anche se la conosci da sempre. La piazza vuota è quella di ogni giorno. In questo periodo però capita osservare la piazza attraversata da sparvieri con piccolo seguito di rapide, fugaci presenze e intravedere agli angoli altre più fisse rappresentanze piantate come certi alberi in aiuole di poca terra. Al centro però la piazza è sempre la stessa di nudo asfalto.

A capire il paese dalla piazza non è facile di questi tempi. La piazza è il luogo dove le chiacchiere oltrepassano ristretti confini e sguardi ravvicinati, dove il pettegolezzo sconfina nella maldicenza e poi il paese alla fine non sai più qual è. Scivolano per intorno la piazza pensieri logori e consunti, occultati da nuove e coloratissime gigantografie di visi noti, su cartelloni dai quali fingono di parlare ai cittadini con l'uso di parole improbabili, un linguaggio svuotato di senso.

Occupare la piazza al centro di questo paese, è un fatto inedito. Siamo ritornati in questa piazza dopo la marea dell'ottocomizio rivista 8 settembre. Allora come oggi c'era questa voglia di rivendicare per l'amministrazione Magrone, appena mandata a casa, le azioni che hanno iniziato il cambiamento di questo paese. C'era questo amaro constatare quanto sia difficile cambiarlo un paese piegato ad interessi consolidati e insieme il racconto del lavoro dun'amministrazione, che ha avuto così poco tempo per segnare questo paese e invertire la rotta marcata da speculazioni e l'indifferenza verso i cittadini, soprattutto i più deboli, indifferenza verso il paese come comunità o socialità di persone.

L'otto settembre era l'impellenza di raccontare cosa era accaduto, il colpo di mano l'oltraggio fatto al paese in quel modo oscuro, un appuntamento clandestino di tredici consiglieri dimissionari davanti a un notaio a soli tre giorni da un consiglio comunale rovente. Ma il quattro maggio c'è stato qualcosa di più. Il dovere di rivelare le tante falsità e i sospetti pensati e divulgati ad arte, che ammorbano questo paese. C'è stata questa necessità di ricordare al paese il motivo, che ci porta il trentuno maggio alle urne, un motivo che gli stessi consiglieri dimissionari non hanno mai spiegato in modo serio. Senza alcuna patente di credibilità senza alcun sentito dovere di dar conto ai cittadini che li hanno portati in consiglio. Oggi ritornano a far la politichetta locale con calcoli sulla persona, sul peso dei voti che il candidato è capace di intercettare. Non valgono pensieri e consapevolezze sul paese reale. La campagna elettorale è cominciata ripescando idee consunte. Così idee sulla partecipazione o sul paese immaginato, sono ancora buone a cavalcare discorsi elettorali.

comizio 4 maggioEcco, c'è stato questo in più questa volta, lunedì quattro maggio, anche a considerare la piazza affollata alla vittoria elettorale di due anni fa. C'era un discorso sul paese reale, quello che un'amministrazione inedita ha intercettato interfacciandosi con la gente, occupandosi delle questioni incancrenite come Porto Torres, come il “bubbone” del quartiere Cecilia, degli affitti onerosi che il Comune continua a pagare a privati per uffici comunali da tanti, troppi anni e le facili e diverse deroghe a contratti con società e un'area a verde pubblico sul sito della ex cementeria dopo unacompleta bonifica e la nuova graduatoria per l’assegnazione di alloggi di edilizia residenziale pubblica a rimuovere un blocco di ventitrè anni. E altro e altro ancora. Tanto per un anno di amministrazione e ancora troppo poco per il paese. Con disprezzo per i cittadini tutto è stato interrotto. Adesso c'è un lavoro da riprendere e di contro la voglia di continuare a lasciare che il paese ristagni con i suoi buchi neri di sempre. Eppure lunedì quattro maggio in tanti erano in piazza ad ascoltare, a pensare al paese che può, che ha iniziato a cambiare per quel tempo limitato che è stato concesso, che può ancora continuare a essere un paese diverso solo guardando da lontano ricatti e condizionamenti. “Siate ribelli. C'è una politica del voto guidato, che non fa bene alla democrazia. Averne consapevolezza e opporre una prassi diversa che faccia esercizio di libero pensiero, questo deve far parte della rivoluzione culturale di questo paese”, ha concluso Nicola Magrone.

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Ultimo aggiornamento Venerdì 08 Maggio 2015 19:32
 
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