=LA CRISI DI AUCHAN ITALIA,1426 ESUBERI. RISCHIO LICENZIAMENTI= Stampa
Scritto da Redazione   
Mercoledì 27 Maggio 2015 15:26

AUCHAN1La crisi e la rottamazione

delle tutele del lavoro *

i lavoratori a partire dal 2011 si sono sacrificati per l'azienda e per mantenere i loro posti di lavoro. Casamassima è al quarto anno di contratti di solidarietà per 250 dipendenti con tagli del 25% dello stipendio e a Modugno siamo al secondo anno di solidarietà per circa 150 dipendenti con tagli del 30% degli stipendi. E sebbene sia ancora possibile ricorrere a tali strumenti nella grande maggioranza dei punti vendita, l'azienda ha dichiarato la loro insufficienza. Insufficienza smentita dai dati

di  Adriana Ranieri

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Continua l'escalation di avvenimenti sugli annunciati 1.426 lavoratori in esubero del gruppo Auchan Italia ipermercati. In particolare, la cancellazione in data 15 Maggio 2015 del tavolo tecnico previsto alla Regione Puglia per cercare, insieme con i sindacati, una soluzione per i lavoratori dell'Auchan di Modugno. L’ipermercato situato alle porte della zona industriale di Bari conta un totale di 192 addetti e sono 58 gli esuberi annunciati. Esiste un rischio licenziamenti entro novembre - si dice - se non si troverà un accordo. La Regione Puglia ha però ritenuto di dover cancellare l'incontro, perché non ritiene che la questione dei lavoratori modugnesi dell’ipermercato sia di sua competenza e ha rimandato al Ministero dello Sviluppo Economico a Roma il compito di dipanare e trovare una soluzione per gli esuberi annunciati dal gruppo transalpino.

Nell'esaminare la storia contingente sulla questione Auchan Modugno sorgono delle domande.

In primis: perché la Regione Puglia ha cancellato l’incontro con le parti sociali? Perché sono sempre i lavoratori a dover pagare a causaauchan2 dello spettro della crisi? E le colpe, per le perdite economiche dell’Auchan, sono solo della crisi?

Alla prima domanda, si potrebbe rispondere ipotizzando che la Regione Puglia non si sia voluta far carico dei lavoratori Auchan data la campagna elettorale alle porte. Campagna elettorale che vede come vincente alla Regione il candidato del Partito Democratico; quel partito che ha dato vita al JobsAct che permetterà di licenziare senza giusta causa creando ulteriore precariato e rendendo i lavoratori ricattabili sotto ogni forma. Un partito che ha dimostrato di non essere dalla parte dei lavoratori, ma di alcune lobby imprenditoriali e ha cancellato il Primo Articolo della nostra Costituzione: “L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro”.

Quindi, sempre ipotizzando, come Ponzio Pilato si lavò le mani sulla sorte di Gesù Cristo così sembrerebbe abbiano deciso gli amministratori della nostra Regione non dando il loro sostegno ai lavoratori modugnesi definiti “esuberi”. Così i lavoratori si ritroveranno da soli a combattere per il loro diritto al lavoro

La dirigenza Auchan - per una catena di ipermercati con 49 punti vendita in Italia e 11.000 dipendenti - sembra aver deciso, il 24 aprile 2015, di affrontare una generale condizione di crisi scaricando il costo sulle lavoratrici e sui lavoratori. Solo nel Mezzogiorno sono stati dichiarati circa 700 esuberi: 270 in Sicilia, oltre 200 in Campania, 150 in Puglia e circa 100 tra Abruzzo e Sardegna. Più di 100 tagli sono previsti nei punti vendita del Lazio e delle Marche mentre nel Nord Italia i lavoratori coinvolti sono oltre 500 tra Piemonte, Lombardia e Veneto.

auchan3Bene risponde alle dichiarazioni del management francese, che propina come necessari i tagli, la vertenza nazionale dei sindacati. In una nota depositata in commissione Lavoro al Senato per un’audizione sul piano di esuberi annunciato dal gruppo di supermercati francese la Uiltucs sottolinea:Le motivazioni adottate dall'azienda a giustificazione della dichiarata eccedenza di personale (riconducibili in sostanza alla crisi economica che il Paese attraversa da oltre 5 anni, con il conseguente calo dei consumi) sono senza dubbio dati di fatto presenti. Non mancano però responsabilità dirette dell'azienda riconducibili innanzitutto a politiche commerciali quanto meno discutibili adottate nel corso degli ultimi anni nonché ad uno sviluppo della propria rete di vendita cervellotica, con concentrazione di numerosi ipermercati in aree geografiche circoscritte, con il conseguente effetto di ‘cannibalizzazione’ reciproca. Nella nota si citano vari esempi che confermano quanto detto. Rientra anche Bari in questi esempi con ben 3 ipermercati appartenenti ad Auchan troppo ravvicinati geograficamente uno all'altro: “Non a caso - si aggiunge nella nota - tali aree presentano la maggiore concentrazione di esuberi dichiarati dall'azienda”.
Nel corso degli anni a partire dal 2011, a fronte dell'aggravarsi dei dati di conto economico aziendale, le federazioni sindacali di categoria - continua Uiltucs - hanno cercato di fronteggiare le sofferenze dichiarate dall'azienda attraverso l'adozione di accordi volti al contenimento del costo del lavoro attraverso il ricorso a strumenti di ammortizzazione sociale”. Dunque i lavoratori a partire dal 2011 si sono sacrificati per l'azienda e per mantenere i loro posti di lavoro. Casamassima è al quarto anno di contratti di solidarietà per 250 dipendenti con tagli del 25% dello stipendio e a Modugno siamo al secondo anno di solidarietà per circa 150 dipendenti con tagli del 30% degli stipendi. E sebbene sia ancora possibile ricorrere a tali strumenti nella grande maggioranza dei punti vendita, l'azienda ha dichiarato la loro insufficienza. Insufficienza smentita dai dati: negli ultimi 6 anni gli ammortizzatori hanno permesso la riduzione del costo del lavoro di quasi 38 milioni di euro, dei quali 10 milioni solo grazie ai contratti di solidarietà. Senza dimenticare che i dipendenti hanno investito il loro Tfr in azioni interne Auchan [fonte: “ La Gazzetta del Mezzogiorno, 13 Maggio 2015].

Poi c'è anche da chiedersi perché gli esuberi riguardino solo i livelli definiti “più bassi”, cioè addetti alle vendite e alle casse.ranieri-auchan

Allo sciopero nazionale del 9 maggio scorso, che si è svolto in tutti gli ipermercati Auchan compreso quello di Modugno, oltre ai sindacati, era presente, con i propri candidati sindaci alle prossime amministrative, quella parte politica che a Modugno ha voluto fortemente Auchan. Quella politica che prospettò l'apertura dell'ipermercato come lavoro e benessere per tutti. Quella politica che ragiona ancora sulla base della seconda rivoluzione industriale, che è stata fallimentare in tutto il Mezzogiorno e vede la zona industriale di Modugno morente. Si è indignata, ha  mostrato solidarietà ai lavoratori. Sì, quella politica che per più di 10 anni ha comandato a Modugno però stranamente ignorava che la situazione dei suoi concittadini lavoratori fosse già drammatica dal 2011.

Per ora rimane l'amaro in bocca e cercare un colpevole è difficile: rimane il problema delle vittime dell'incolpevolezza che sono, come sempre, i lavoratori.

 

* La vertenza dei lavoratori di Auchan Italia sembra esemplificare agevolmente la situazione di disastro per i lavoratori creata dallo smantellamenteo delle tutele del lavoro da parte del Governo Renzi. Non a caos nella nota presentata al Senato, la Uiltucs sottolinea che l’Azienda ha posto come condizione inderogabile per il non avvio della procedura di licenziamento collettivo una riduzione del costo del lavoro di 50 milioni di euro annui (pari al 15% circa del costo del lavoro complessivo) da realizzarsi attraverso: a) la sospensione in ogni sua parte della contrattazione integrativa in essere nell’azienda; b) la definizione di una procedura di mobilità incentivata e volontaria sull’intero perimetro aziendale; c) l’abbassamento di un livello d’inquadramento – con conseguente riduzione della retribuzione quantificabile in circa il 10% – per tutto il personale per un anno sull’intero perimetro aziendale, ma in via permanente e definitiva nelle unità produttive situate nel Mezzogiorno (Abruzzo, Campania, Puglia, Sicilia e Sardegna); d) sospensione almeno per il 2015 del pagamento della XIV mensilità in pagamento a luglio, pari al 7,14% della retribuzione annua.
A fronte della disponibilità delle organizzazioni sindacali ad affrontare i primi due punti posti dall’azienda, ma della problematicità evidente delle ulteriori richieste presentate per ragioni di equità e per l’impatto insostenibile sul reddito disponibile delle lavoratrici e lavoratori, di cui la maggioranza opera per altro con un contratto di lavoro a part-time di 20-24 ore settimanali, l’Azienda ha dichiarato il 12 marzo 2015 la propria indisponibilità a proseguire nel confronto.

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Ultimo aggiornamento Venerdì 29 Maggio 2015 10:29
 
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