=ECONOMIA. PRIGIONIERI DEI POSSESSORI DI MONETA= Stampa
Scritto da Redazione   
Domenica 23 Ottobre 2016 10:52

trappolaL’Italia
del topolino Renzi
nella trappola
della liquidità


Allorquando la Bce allarga l’offerta di moneta, fa scendere il tasso di interesse; fino a un certo livello, però.
E’ il livello minimo al di sotto del quale non è possibile che vada,
proprio perché è all’avvicinarsi di quel limite che scatta la “trappola della liquidità”.
Raggiunto quel limite, i detentori di moneta non hanno più alcuna convenienza a impiegare in prestiti,
titoli o speculazioni la loro liquidità. [...] la domanda globale in consumi, investimenti,
spesa pubblica ed esportazioni precipita nel “vuoto deflazionistico”.

 

di  Mino Magrone
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L’espressione e il concetto di “trappola della liquidità” sono di derivazione keynesiana. Penso che sia giusto ricordarne l’origine, ma soprattutto il significato, alla luce di ciò che sta accadendo sotto i nostri occhi a proposito dei provvedimenti del cosiddetto Quantitative Easing varato nel marzo 2015 dalla Bce.

Con il “Qe” la banca di Francoforte ha voluto dare una forte spinta alla crescita della offerta della moneta. Per un duplice motivo più volte dichiarato daquantitative-easing Mario Draghi: innalzare il tasso di inflazione almeno al 2% e, mediante la riduzione del saggio dell’interesse conseguente all’ aumentata offerta di denaro, garantire un maggiore flusso di prestiti alle imprese non finanziarie e alle famiglie.

Sta di fatto, però, almeno secondo quanto rilevato e pubblicato dalla Cgia di Mestre, che l’inflazione in Italia dal marzo 2015 al settembre 2016 ha oscillato intorno allo zero ed in alcuni momenti è stata negativa (deflazione) e che i prestiti alle imprese non finanziarie e alle famiglie si sono ridotti del 2,9%. In euro è una riduzione di circa 26 miliardi. Eppure la Bce, dal 9 marzo 2015 al settembre 2016 ha acquistato più di 176 miliardi di titoli di Stato italiani. Cioè ha manipolato il mercato italiano della moneta con una maggiore offerta di moneta legale di 176 miliardi di euro. Dove sono finiti, visto che il mancato aumento dei prezzi non ha assorbito liquidità ed i prestiti sono diminuiti del 2,9%?

E’ qui che a me pare opportuno rievocare la trappola della liquidità che, a proposito della giusta politica monetaria della Bce, ha da mostrare molte ragioni che spiegano la neutralizzazione della maggiore offerta di moneta e la sua trasformazione in un pericoloso vuoto deflazionistico. Detto per inciso, il vuoto deflazionistico consiste nel precipitare lungo il calo senza fondo dei consumi, degli investimenti, della occupazione, della spesa pubblica, dei trappola-della-liquidita-keynesprezzi e delle esportazioni. Cioè di tutte le componenti della domanda globale: una vera tragedia economica e sociale.

Secondo la tradizione teorica neoclassica, non è possibile che in economia reale si creino tensioni insanabili e durature. Non sono cioè ipotizzabili né superproduzioni né sottoproduzioni di beni. Per esempio, il risparmio è uguale all’investimento perché i movimenti del saggio di interesse spingerebbero verso l’equilibrio la quantità di reddito risparmiata come quella investita. Le crisi economiche sono solo momenti brevi di assestamento.

Radicalmente diversa è l’economia keynesiana, per la quale non è il tasso d’interesse che eguaglia risparmio e investimento ma il risparmio è in funzione del reddito e l’investimento delle aspettative di rendimento da parte dell’investitore. E’ pertanto più che possibile che una crisi economica sia propiziata da risparmio non investito. Se ciò dovesse verificarsi (e si verifica), i prodotti e i servizi (il Pil) sarebbero superiori alla domanda globale costituita dalla spesa in consumi, investimenti, spesa pubblica ed esportazioni. La crisi è sempre dietro l’angolo, pronta ad aggredire.

Il saggio di interesse ritrova la sua piena funzione nel mercato monetario. E’ qui, e non nel mercato del risparmio e dell’investimento, che riprende la sua capacità di portare all’equilibrio l’offerta di moneta con la domanda di moneta. Cosicché, allorquando la Bce allarga l’offerta di moneta, fa scendere il tasso di interesse; fino a un certo livello, però. E’ il livello minimo al di sotto del quale (per esempio, non più basso del 2%) non è possibile che vada proprio perché è proprio all’avvicinarsi di quel limite che scatta la trappola della liquidità. Raggiunto quel limite, i detentori di moneta non hanno più alcuna convenienza amatteo-renzi impiegare in prestiti, titoli o speculazioni la loro liquidità. L’interesse basso, al limite minimo, intrappola la liquidità presso i possessori di moneta e la domanda globale in consumi, investimenti, spesa pubblica ed esportazioni precipita nel vuoto deflazionistico.

Dove è finita la grande liquidità creata dalla Bce? Dove si è nascosto l’aumento dell’offerta di moneta legale? La “preferenza per la liquidità” da parte dei possessori di moneta la tiene in trappola. Dalla trappola però (dallo squilibrio del mercato della moneta) è in grado di assestare colpi tremendi sull’economia reale dei consumi, dell’occupazione, degli investimenti e della spesa pubblica. La legge di bilancio del Governo Renzi è ben poca cosa, un topolino smarrito, per quanto pateticamente fanatico, che nemmeno conosce la gravità della situazione.

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Ultimo aggiornamento Lunedì 24 Ottobre 2016 09:19
 
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