=A MODUGNO, ANCHE UN CERTIFICATO TI TOGLIE LA VITA= Stampa
Scritto da Redazione   
Mercoledì 13 Febbraio 2013 13:23

disagio_umanita1269525715Testimonianza. Martedì scorso una ragazza disoccupata si è rivolta ai servizi sociali di Modugno...

 

di Nicola Catucci

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Martedì scorso una ragazza disoccupata si è rivolta ai servizi sociali di Modugno.

La ragazza disoccupata; sua madre, abbandonata dal marito, si arrabatta svolgendo dei lavori saltuari.

La ragazza ha un fratello, anche lui disoccupato.

La ragazza, il fratello e la madre vivono in casa della nonna, la quale, con la sua pensione, mantiene (si può capire bene con quanti e quali sacrifici) tutta la famiglia.

Martedì scorso, la ragazza, maggiorenne come il fratello e come il fratello in cerca di un lavoro, si è rivolta ai servizi sociali di Modugno.

La ragazza, quella mattina, non era in cerca di un contributo.

E non supplicava nemmeno un posto di lavoro.

Né un’alloggio.

Nulla di tutto questo.

Martedì scorso, la ragazza, desiderava soltanto che l’assistente sociale del comune di Modugno le rilasciasse un “certificato” nel quale si confermasse lo stato di disagio sociale in cui versa.

Quella mattina, il “certificato” sarebbe servito, alla ragazza, per iscriversi ad un corso professionale che le avrebbe dato un po’ di speranza,  uno spiraglio su di un tetro futuro.

Martedì scorso, alla ragazza, è stata negato il “certificato”.

La ragazza, purtroppo per lei, vive in casa della nonna che, beata lei, “prende la pensione” e, per questo motivo, psecondol’assistente sociale del comune di Modugno, non ha diritto a nessun altro aiuto:  nemmeno ad un certificato che le darebbe una possibilità di lavoro o, quantomeno, una “semplice” opportunità di acquisire una “umile” qualifica, da mettere sul piatto di una bilancia che, ahinoi, non potrà mai più equilibrarsi, colmo com’è, l’altro piatto, di vissuti di abbandono, di incertezze e di mancati affetti. Un vissuto purtroppo, per la ragazza, senza amore, senza amori. Senza ascolto. Senza diritti. E tuttvia: un vissuto senza certificato …. ma con una nonna che ha ancora la casa e la pensione. Lunga vita alla nonna!

Non oso immaginare, però, il momento in cui l’assistente sociale del comune di Modugno, tanto brava, ora, a nascondersi dietro rigide regole e norme di vecchio stampo, si ritroverà la ragazza (se, se la ritroverà - a Modugno in poco più di un anno si son suicidate già quattro persone, tutte con problemi psicosociali -), senza la nonna che, nel frattempo, si spera il più tardi possibile, avrà trovato la sua pace eterna.

Chissà se l’assistente sociale del comune di Modugno ha pensato a questo. Chissà se ha pensato al fatto che, tra qualche anno, la ragazza non sarà più in età per frequentare alcun corso professionale, avvolta per giunta in problemi insormontabili.

Chissà se l’assistente sociale del comune di Modugno ha pensato che, forse, questo “certificato” - che, a scriverlo, le costa tanta fatica - potrebbe servire alla ragazza per tenersi “finalmente”  lontana dai servizi sociali e soprattutto con una vita un po’ più dignitosa.

Se l’assistente sociale del comune di Modugno non ha pensato a tutto questo, credo che un corso di riqualificazione le farebbe molto bene!

Oltretutto, lei, da brava assistente sociale, non avrebbe bisogno di presentare “certificati”.

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Una nota dal Comune di Modugno

Modugno 18 febbraio 2013

Al Direttore rivista Sudcritica

Al commissario Straordinario Vice Prefetto Dott. Alfonso Magnatta

Al Presidente dell’ordine Assistenti Sociali Dott. Beppe De Robertis Via Celentano 16 BARI

Oggetto: nota informativa

Leggiamo con stupore e rammarico l’articolo pubblicato sul sito de “Sudcritica” in data 13 febbraio u.s. a firma del sig. Nicola Catucci, nel quale si riporta l’episodio relativo ad una ragazza, non meglio identificata, che avrebbe richiesto al Servizio Sociale Professionale di questo Ente un certificato attestante lo stato di disagio in cui versa la famiglia per iscriversi ad un corso professionale. Certificato che non sarebbe stato rilasciato da Servizio Stesso.

Preso atto delle situazioni economiche e sociali, così come descritte nell’articolo stesso, nelle quali si troverebbe la medesima, situazioni che frequentemente e giornalmente questo Servizio affronta con la massima professionalità rendendosi disponibile all’utenza in qualsiasi ora della giornata lavorativa anche al di fuori degli orari di ricevimento, l’articolo appare strumentale, polemico, non corretto e grave e denota, altresì, una scarsa conoscenza della normativa e delle procedure che regolano le attività di questo settore.

Appare strumentale, polemico e non corretto perché il redattore dell’articolo non si è minimamente preoccupato di acquisire notizie dirette dal Servizio, circa le motivazioni del presunto rifiuto, perdendo l’occasione di offrire una corretta informazione ai propri lettori.

Viceversa con prosa lacrimevole, ha costruito un “caso” la cui drammaticità ingiustificata arriva perfino a richiamare possibili tragici sviluppi della vicenda, vedi il riferimento ai suicidi, come se da un diniego espresso da questo Servizio, succede che una istanza non possa essere accolta, potesse derivare l’esistenza in vita di un soggetto, seppure debole dal punto di vista socio-economico. Né, tantomeno, sarebbe possibile valutare una qualsiasi situazione familiare facendo condizionare l’esito del procedimento da fattori non obiettivi ovvero esterni.

Appare grave perché l’attacco è stato diretto all’Assistente Sociale Professionale che avrebbe valutato il caso e non al Servizio, al quale compete il rilascio del certificato, nel quale gli operatori del settore sono incardinati, come se ciascuno di questi avesse il potere di assumere decisioni in modo discrezionale, personale, autonomo rispetto alla organizzazione del Settore.

Appare grave, infine, perché si fa menzione di rigide regole e norme di vecchio stampo dietro le quali si nasconderebbero gli operatori del Settore e di ”fatica” nel rilasciare attestazioni e certificati, insinuando dubbi sulla professionalità e sulla qualità della prestazione del personale.

Appare grave, infine, perché chi scrive l’articolo opera nel settore sociale e, pertanto, ha effettuato considerazioni umane e morali che attengono il buon senso e la riflessione di ciascuno, tuttavia, è opportuno evidenziare che gli aspetti umani e morali devono conciliarsi con quelli procedurali della Pubblica Amministrazione, improntati ai principi di trasparenza, legalità ed efficacia.

Invero, il Servizio sociale Professionale Istituzionale, come già riportato in precedenza, anche a seguito della riorganizzazione operata nello scorso mese di dicembre preceduta dalla assunzione di quattro nuove Assistenti Sociali, è impegnato continuamente a raccogliere tutte le istanze che pervengono dalla cittadinanza, assicura una attività di segretariato sociale costante e qualificato, allargato dal gennaio scorso anche al quartiere Cecilia, ed affronta lo stato di bisogno dei cittadini con coscienza, con equità e giustizia sociale e non già discriminazione, nel rispetto della Legge e dei regolamenti, previa verifica di specifici requisiti e presupposti.

Questo servizio, resta a disposizione della S.V. e dell’utente, di cui si fa menzione in forma anonima, per chiarire qualsivoglia dubbio circa l’operato dell’ente.

Con molti ossequi.

Il Responsabile del Servizio P.O. Donato Martino

Il dirigente di Settore Dott.ssa Christiana Anglana

La risposta di Nicola Catucci

 

In riferimento alla nota giunta a codesta direzione a firma del Responsabile e della Dirigente del IV Settore Servizi Sociali del Comune di Modugno si precisa quanto segue:

La legge sulla privacy mi consente di mantenere il segreto su tutti gli attori della vicenda, come mi avrebbe consentito di menzionare il nome dell’assistente sociale e mantenere l’anonimato sulla ragazza alla quale è stato rifiutata la documentazione necessaria. Non l’ho fatto, proprio perché è il Servizio che deve spiegazioni a quanto è accaduto.

L’unico nome ben visibile è quello del sottoscritto che, proprio perché “opera nel settore sociale” da ben vent’anni, sa bene come dare risposte ai bisogni delle persone in stato di disagio sociale e sa bene cosa una risposta data in una certa maniera può scatenare nell’individuo che vive quello stato.

Le lacrime le ha versate solo e soltanto la ragazza che si è rivolta da me.

Nessuno ha messo in dubbio la professionalità di alcuno.

La mia richiesta era ed è: alla ragazza, il certificato, da parte dei Servizi Sociali è stato rilasciato o no?

E se no, vorremmo capire quale legge e/o regolamento lo impedisce, considerando anche che la stessa Agenzia Informativa D’Anthea, contattata più volte dal sottoscritto, richiede espressamente al candidato di allegare alla domanda di iscrizione la “Documentazione attestante la condizione di disagio sociale” da richiedere presso i Servizi Sociali del Comune di residenza.

Mi auguro e ci auguriamo, e se lo augura ancora di più la ragazza, che tale risposta arrivi entro breve tempo in modo da consentire alla stessa di iscriversi al corso.

Nicola Catucci


Sudcritica ringrazia i funzionari del Comune di Modugno per essere intervenuti in una leale discussione su problemi di grandissimo rilievo sociale; ringrazia anche Nicola Catucci per aver segnalato il caso e per le sue precisazioni. Sudcritica suggerisce e si aspetta un dialogo diretto tra i funzionari comunale e Nicola Catucci perché la questione posta trovi una concreta e rapida soluzione. 



Ultimo aggiornamento Mercoledì 06 Marzo 2013 13:31
 
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