=TACCUINO ELETTORALE 6. La lunga notte di Modugno di Giorgio Tarquini= Stampa
Scritto da Redazione   
Venerdì 24 Maggio 2013 12:12

Il rancore e l'oblio

magrone_ricomincia_da_qui_fotoIl cielo plumbeo della nostra quotidiana indignazione, per gli avvenimenti politici di Modugno, si fa sempre più grigio e cupo. E per fortuna siamo arrivati all’apertura dei seggi.

Su queste pagine sono state descritte, con dovizia di particolari, le tante cose strane accadute, durante l’anomala campagna elettorale che volge a conclusione: ma quella  che, forse,  più sintetizza tale stramba competizione elettorale è il grande silenzio e la siderale lontananza dalle persone, dal contatto diretto con la popolazione, dal comizio in piazza, dalle visite nei quartieri, dalle riunioni nelle zone periferiche,  che molti schieramenti  e i relativi candidati in gara hanno adottato. Supponenza o timore del confronto diretto, pudore o tracotanza,  non è dato sapere, e soprattutto sentire. Il partito unico lo è anche nei comportamenti. 

L’elezione del sindaco di una città e del suo consiglio comunale è invece l’esaltazione della democrazia diretta e partecipata: più che l’ideologia, il partito, il programma, l’elettore valuta e soppesa  gli uomini, la loro storia,  il loro passato, l’onestà, la trasparenza, il rigore morale. Non c’è altra modalità che il contatto diretto. Lo abbiamo toccato con mano ad ogni manifestazione della coalizione che sostiene Nicola Magrone a sindaco: la fame di democrazia, la volontà di partecipazione, l’esigenza di rappresentanza reale, che Modugno rivela è ancora forte, occorre però raschiare quella dura patina di torpore, di cinismo, di indifferenza e rassegnazione, che in lunghissimi  anni di degrado politico e morale si è incrostata sulla comunità cittadina. Occorre, pertanto, fare i conti con quel passato, senza allarmismi idioti di giustizialismo - termine usato quasi sempre a sproposito in italiano - ma con serenità, con analisi meditate, prendendo atto che quella stagione è definitivamente passata,  che quella classe politica cittadina ha fallito  e ha procurato guasti e ferite profonde dai costi elevatissimi per la città, per la sua identità collettiva, per la sua economia, per il suo tessuto sociale.  Poi si può ripartire verso il cambiamento.

 

 

Non è più possibile assecondare, pena la corresponsabilità,  quel malvezzo nazionale per cui si è sempre pronti a giustificare tutto, con un’elevata capacità di cristallina indignazione a cui inevitabilmente segue un’altrettanto celestiale e possente indulgenza; ci deve essere una soluzione mediana tra il rancore e l’oblio,  e questa è la via della legalità, dell’onestà, del dovere, dell’orgoglio, del decoro.

La lunga nottata di  Modugno, una nottata lunga dodici anni, può finire il 26 maggio 2013. [g.t.]

Ultimo aggiornamento Venerdì 24 Maggio 2013 13:39
 
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