=MODUGNO. GLI EFFETTI DELLO SCIOGLIMENTO FORZATO DEL CONSIGLIO COMUNALE= |
Scritto da Redazione |
Lunedì 13 Ottobre 2014 23:33 |
MA Modugno LA VOGLIONO murata viva? In tutta la Puglia si è votato per eleggere i consigli provinciali e a Bari , dove la Città Metropolitana sostituisce la Provincia, per la composizione del Consiglio Metropolitano. A Modugno? Niente. di Nicola Sacco
LE OSSERVAZIONI CRITICHE E LE PROPOSTE del Movimento Italia Giusta secondo la Costituzione. IL RISCHIO DEL CAOS di Giovanna Longo Crispo di Nicola Sacco ______________
In tutta la Puglia si è votato per eleggere i consigli provinciali e a Bari , dove la Città Metropolitana sostituisce la Provincia, per la composizione del Consiglio Metropolitano. A Modugno? Niente.
Una desolante domenica in cui non c’era nessuno da eleggere, nessuno a votare. A causa della violenta sottrazione dell’elementare diritto di una comunità di partecipare alla vita democratica del Paese. Una rapina silenziosa che immiserisce la città, lasciandola ancora una volta sguarnita di rappresentanza nei consessi istituzionali che pure decidono delle sue sorti. Per i ladri di democrazia è sufficiente, a Modugno, far valere la legge non scritta dell’interesse privato mentre beffardamente professano il loro amore per la città. La Costituzione, “solo” violata dai riformisti nazionali, stracciata invece dai ras locali. Da quando si svolgono libere elezioni, per la prima volta la città di Modugno è stata privata del diritto di voto in occasione di una tornata elettorale. Un diritto incomprimibile eppure confiscato, in uno scandalo che non ha ancora trovato la sua giusta risonanza, dalla longa manus che ha provocato lo scioglimento del Consiglio Comunale lo scorso 22 agosto. Mentre gli organi rappresentativi provinciali si rinnovano in tutta Italia, nella importante città (nota repubblica indipendente) alle porte del capoluogo di Regione, unica preoccupazione dei califfi parapolitici locali è il reclutamento di faccendieri e zerbini per caravanserragli che dovranno tentare, la prossima primavera, di chiudere per sempre la stagione della legalità inaugurata il 14 giugno 2013 con l’elezione del Sindaco Magrone e interrotta traumaticamente con il colpo di mano dei tredici consiglieri comunali in esecuzione di ordini impartiti da un potentato che mal sopportava il calo del proprio giro d’affari. E infatti, quella che si rinnova a Modugno è solo l’unità del partito degli affari in vista della fine della gestione commissariale. Si è consumata domenica 12 ottobre, in occasione della elezione del Consiglio Metropolitano di Bari, la secessione in salsa modugnese: il commissariato Comune di Modugno non ha potuto concorrere all’elezione dell’organo politico del nuovo ente locale Città Metropolitana, introdotto con le intorcigliate e caotiche modifiche al titolo V della Costituzione volute dal centrosinistra nel 2001 (tutta la materia è oggi disciplinata dalla legge n. 56/2014, anche nota come “legge Del Rio”). Come previsto dalla legge, si sono svolte domenica 12 ottobre le elezioni di secondo grado nelle quali consiglieri e sindaci in carica dei comuni ricadenti nel territorio provinciale avevano funzioni di elettorato attivo e passivo. Si sono così eletti i diciotto componenti del Consiglio Metropolitano. Il Comune di Modugno, da oggi e per i prossimi cinque anni, resta escluso dall’avere una rappresentanza nella Città Metropolitana, ridotto al mutismo e impossibilitato a far valere interessi e diritti della propria comunità in una sede sovra comunale, nella quale altri prenderanno decisioni che Modugno potrà solo subire. Elezioni di secondo livello significa, sostanzialmente, elezioni tra eletti, cioè gestite dai partiti (pd-udc-ncd-fi) finalizzate ad aumentare il potere dei partiti (pd-udc-ncd-fi). Tuttavia neanche questa clamorosa torsione del principio costituzionale della sovranità popolare è bastata ad allettare i circoli modugnesi di quei partiti (laddove esistano). C’era fretta di sciogliere il Consiglio Comunale perché la legalità (urbanistica in primis) praticata dall’amministrazione Magrone stava polverizzando il legame tra le storiche centrali del potere modugnese e le loro clientele. Se tutto questo ha comportato la soppressione dei diritti di partecipazione e di voto, pazienza, basta stendere una cortina di silenzio sulla questione, oppure coprirla coi rumors dei mercanteggiamenti delle prossime elezioni comunali, quelle dove le segreterie di partito si sentono nel loro elemento, quelle dove i padroni si sentono più padroni. A conferma di una concezione proprietaria della città che sta determinando l’isolamento ottuso e dannoso della stessa rispetto al suo naturale contesto geografico-istituzionale. Oggi, però, si vedono all’opera certi insopportabili ribaltamenti semantici, concettuali e morali. E occorre denunciarli stabilendo, una volta per tutte, che a infangare la città sono loro, gli stessi che mentre la danneggiano dichiarano di esserne gli amanti. .
Città Metropolitana: osservazioni critiche e proposte
del Movimento Italia Giusta secondo la Costituzione. Il rischio del caos
di Giovanna Longo Crispo
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Allo scopo di giungere a proposte condivise sui contenuti dello Statuto e sul primo Piano Strategico triennale del costituendo Ente locale è sicuramente opportuno richiamare le disposizioni di Legge sull’argomento:
In base al comma 85 della Legge 7 aprile 2014, n. 56 in vigore dal 8/4/2014
Alla citta' metropolitana sono attribuite funzioni sue proprie e quelle fondamentali delle province (comma 44):
Lo Stato e le regioni, ciascuno per le proprie competenze, possono attribuire ulteriori funzioni alle citta' metropolitane in attuazione dei principi di sussidiarieta', differenziazione e adeguatezza di cui al primo comma dell'articolo 118 della Costituzione. (comma 46)”.
Appare, pertanto, evidente che alcuni servizi, attualmente resi dall’Ente Provincia di Bari, potrebbero essere non più erogati dopo il 31/12/2014, ci riferiamo in particolare ai seguenti:
Servizio Politiche Sociali ed Istituto per videolesi “Messeni Localzo” in Rutigliano
Organico: n. 2 assistenti sociali, n. 1 terapista riabilitazione, n. 1 ortottista, n. 1 educatore e n. 14 impiegati amministrativi.
Ha competenza in materia di:
Servizio Agricoltura, Caccia, Pesca e Laboratorio di Biotecnologie Marine
Organico: n. 3 tecnici agricoli, n. 1 capo tecnico faunista, n. 2 tecnici lab. biol. marina e n. 12 impiegati amministrativi
Ha competenza in materia di:
Servizio Pinacoteca, Patrimonio artistico e Pubblica istruzione
Organico: n. 1 ispettore pinacoteca, n. 2 assistenti storici dell’arte, n. 1 capo cantoniere e n. 8 impiegati amministrativi.
Ha competenza in materia di:
Servizio Polizia Provinciale e Protezione Civile
Organico: n. 32 agenti ed ufficiali di Polizia Giudiziaria e n. 12 impiegati amministrativi
Ha competenza in materia di:
E’ chiaro che spetta ai nuovi amministratori, nei limiti imposti dalla Legge e di concerto con la Regione ed i Ministeri competenti, stabilire quali Servizi possano continuare essere erogati dal nuovo Ente.
In ogni caso, è necessario evitare che la cessazione improvvisa dei suddetti servizi pubblici possa nuocere ai cittadini, alle imprese o al pubblico demanio ed è del tutto ovvio che solo la capacità di surrogare quanto attualmente reso dalla Provincia di Bari, da parte di altri Enti, può evitare un vero e proprio caos.
A tal proposito, occorre sottolineare che i Comuni dell’Area Metropolitana sono in numero di 41 e che, attualmente, nessun Servizio provinciale dispone di un pari numero di personale qualificato, rappresentato, in definitiva, da: 2 assistenti sociali, 1 terapista riabilitazione, 1 ortottista, 1 educatore,3 tecnici agricoli, 1 capo tecnico faunista, 2 tecnici lab. biol. Marina, 1 ispettore pinacoteca, 2 assistenti storici dell’arte, 1 capo cantoniere e 32 tra agenti ed ufficiali di Polizia Giudiziaria, sicché è impensabile erogare gli stessi servizi, con le stesse risorse umane, a livello comunale.
Spiace dover aggiungere che a complicare la soluzione della problematica contribuirà, sicuramente, lo storico ostracismo della Regione Puglia verso ogni tipo di mobilità del personale, sia in ingresso che in uscita, come dimostrato, da ultimo, con il clamoroso “flop” della Legge regionale 13 dicembre 2013, n. 42, recante “Disciplina dell’agriturismo”, con la quale ha tentato di delegare ai Comuni le funzioni istruttorie in materia, senza fornire le necessarie risorse.
Tanto premesso, è chiaro che, secondo la Legge 56/14, la Città Metropolitana deve avere un ruolo importante nell’ambito dello sviluppo economico e sociale e di questo si dovrà tener conto per un Piano Strategico Triennale del Territorio, anche se dedicato prevalentemente alle emergenze presenti nell’area.
Per quanto concerne il territorio di Modugno e di quei Comuni che si trovano a ridosso del capoluogo, dove gli espropri operati tramite il Consorzio ASI e le lottizzazioni succedutesi negli anni, hanno generato aziende agricole polverizzate, si ritiene indispensabile mantenere e rafforzare un servizio di controllo del territorio.
Infatti, il fenomeno della “polverizzazione” ha ulteriormente ridotto il reddito agricolo nella zona in esame, per l’impossibilità di conseguire economie di scala, sicché in sinergia con la riduzione dei prezzi dei prodotti, indotta dalla globalizzazione dei mercati, esso induce all’abbandono delle terre o, nella migliore delle ipotesi, a rinunciare a servizi di vigilanza privata.
In conclusione, le maggiori difficoltà prevedibili nelle aree limitrofe alle grandi città sono legate all’ABBANDONO DEI RIFIUTI, in quanto la situazione non potrà che peggiorare con l’avvio della improrogabile “raccolta porta a porta”, i cui costi, legati all’indifferenziato conferito, indurranno i cittadini a smaltire nelle campagne più vicine tutto quanto non sia riciclabile.
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Ultimo aggiornamento Giovedì 16 Ottobre 2014 13:22 |