=ECONOMIA. COME FAR CRESCERE L'OCCUPAZIONE= |
Scritto da Redazione |
Lunedì 21 Novembre 2016 12:09 |
Lavoro e qualità della vita: migliorare si può, non con il liberismo sfrenato di questo governo. Ecco una proposta. Semplice e fattibile
” Ora ditemi, come può una riforma delle pensioni che aumenta l’età lavorativa ridurre la disoccupazione? ” di Giuseppe Florio Jeremy Rifkin, negli anni Novanta, pubblicò il saggio La fine del lavoro, in cui metteva in evidenza come la potenza di calcolo dei moderni elaboratori e la conseguente perfezione della tecnologia avrebbe posto in esubero un maggior numero di lavoratori. Egli sosteneva che il mondo della produzione, in qualunque settore, avrebbe richiesto un numero minore di lavoratori e con elevata specializzazione. Tutto questo nel mondo occidentale sta già avvenendo. Se ad un macchinario sempre più sofisticato e robotizzato aggiungiamo il fatto che l’imprenditore, per mantenere inalterato il profitto, va alla ricerca di luoghi dove il lavoro costa meno, per i nostri giovani e per le generazioni future la disoccupazione sarà la normalità. Le sacche di povertà si sono ampliate e si amplieranno sempre di più e le crisi sociali, senza interventi straordinari dei governi, si susseguiranno nel tempo. In Italia l’Istat ha dichiarato che i poveri in assoluto sono in aumento e che alla fine del 2015 ne sono stati accertati oltre 4.500.000. Implicitamente Rifkin affermava che solo con la riduzione dell’orario di lavoro si può far fronte alla maggiore disoccupazione. Il mondo occidentale sta attraversando una crisi economica ormai da circa un decennio. Questa crisi è più grave, forse, di quella del ’29 e comunque la più grave dall’ultimo conflitto mondiale e le politiche economiche, improntate per lo più sull’austerità, varate dai vari governi, l’hanno accentuata anziché sanarla. Solo gli USA, durante questa crisi, hanno adottato una politica economica keynesiana investendo nel mondo produttivo e nel sociale più di mille miliardi e mezzo di dollari oltre alle politiche monetarie espansive del quantitative easing messe in atto dalla Federal Reserve. Nonostante ciò, gli USA non sono del tutto fuori dalla crisi, infatti la disoccupazione si mantiene su livelli del 5% della popolazione attiva, vale a dire che milioni di persone restano disoccupate. In Europa invece, e in Italia in particolare, è prevalsa l’opinione secondo cui per uscire dalla crisi bisogna ridurre il deficit di bilancio e il debito pubblico ed ecco che i vari governi che si sono succeduti negli ultimi dieci anni hanno fatto a gara nel prendere provvedimenti volti a ridurre la spesa pubblica anziché incrementarla dimenticando che la spesa pubblica è il volano dell’economia. Dal Fiscal Compact all’aumento dell’età pensionabile portandola fino a 67 anni, dal blocco del turn over nel pubblico impiego al blocco del rinnovo dei contratti, dalle privatizzazioni secondo cui basta cedere ai privati per risolvere e sanare le casse dello Stato, alla grande riforma, il Jobs Act, secondo cui l’imprenditore, avendo la possibilità di licenziare a suo esclusivo giudizio, avrebbe assunto in massa nuovo personale. Solo dei superdotati potevano prendere simili provvedimenti. Sta di fatto che il debito pubblico è passato dal 103% con l’ultimo governo Prodi al 133% del Pil con l’attuale governo presieduto dal riformatore e la disoccupazione dal 4-5% si è stabilizzata sul 12%. Riforme, non importa su cosa e come, purché riforme. Al riguardo mi permetto una semplice riflessione: queste cosiddette riforme erano nel programma di Berlusconi e della loggia massonica di Licio Gelli e la sinistra, allora, giustamente si oppose con tutte le forze e quelle riforme non furono attuate. Ora, con un governo che si spaccia di sinistra, queste cosiddette riforme, si approvano e con clamore. Paradosso degli italiani. Ma torniamo ai superdotati. Evidentemente questi superdotati hanno fatto studi troppo impegnativi e hanno tralasciato la lettura degli economisti classici e di Keynes ma, soprattutto, hanno trascurato i principi semplici su cui si poggia l’economia e le finalità a cui devono mirare gli economisti. L’economia non è una scienza esatta ma i cardini di un sistema economico, in una economia di mercato, sono la domanda e l’offerta che determinano l’equilibrio economico del sistema. Se uno dei due principi viene meno o si riduce, il sistema va in disequilibrio e quindi si ha la crisi economica. Diceva Keynes, non un marxista, che in periodi di crisi economica lo Stato, per mantenere la gente occupata, e quindi produrre redditi, doveva far scavare fosse e poi riempirle perché se si aspetta che il mercato con le sue sole leggi riporti il sistema economico in equilibrio, nel frattempo, la gente muore. E’ con il lavoro, da cui dipendono i consumi, diceva Keynes, che si possono risolvere le crisi economiche. Sono necessari, quindi, massicci interventi statali o politiche economiche che mirino a mantenere invariata o meglio a incrementare l’occupazione per rimettere il sistema in equilibrio. Ma Keynes diceva anche altro e di molto più importante. Il suo pensiero era basato sul rifiuto di una crescita economica priva di valori umani; affermava che le politiche economiche degli Stati devono tendere, oltre che a mantenere la stabilità del mercato, a ridurre le disuguaglianze economiche e sociali per realizzare “una buona vita e una buona società”. Ora ditemi, come può una riforma delle pensioni che aumenta l’età lavorativa ridurre la disoccupazione? Come si può parlare, con il Jobs Act e la riforma della scuola, di “buona vita” se questi provvedimenti hanno reso tutti i lavoratori precari a vita e sottomessi alle volontà del capataz di turno? Come si può parlare di “buona società” con questa confusa riforma costituzionale ed elettorale dove vengono meno i principi su cui si poggia una democrazia? Queste riforme hanno raggiunto un unico scopo, quello di ridurre i diritti dei lavoratori conquistati nel tempo e con dure lotte. Un liberismo sfrenato è il filo conduttore del nostro governo e dei governi dell’Europa occidentale. Il loro punto di riferimento è il documento della società finanziaria JP Morgan secondo cui bisogna concentrare il potere economico e decisionale in pochi centri di potere, uno Stato oligarchico, togliendo spazio allo stato sociale e al mondo del lavoro. Questo lo scopo, dunque, di queste controriforme. Non più dialogo, concertazione, ma decisionismo senza preoccuparsi che a subire le decisioni ci sono persone e non oggetti. Non a caso ad applaudire queste cosiddette riforme è soprattutto il mondo finanziario e quello industriale. Purtroppo c’è pure qualche sprovveduto lavoratore o pensionato che si lascia incantare dalla vuota demagogia di questi pifferai. Sta di fatto che le politiche economiche varate dai governi dell’Europa occidentale e soprattutto dal nostro paese non hanno sortito effetti. I vari incentivi alle imprese e i bonus a una parte dei lavoratori non possono produrre effetti perché le imprese, mancando la domanda, non aumentano, pur con gli incentivi, la produzione, e quindi non assumono, e i lavoratori, in periodi di deflazione, mancando certezze per il domani, tendono a tesaurizzare anziché a consumare. La crescita economica del 2° trimestre 2016, dati Istat, è stata pari a zero: zero, ciò nonostante i nostri sapientoni continuano imperterriti con provvedimenti tampone che diventano solo spreco di denaro pubblico. Da quanto esposto consegue, secondo il parere di ben noti economisti, che, con una politica economica keynesiana basata su forti investimenti pubblici - ben oltre quelli che potrebbero derivare dalla flessibilità così tanto conclamata, pura propaganda politica - ripartiti da nord a sud e con una adeguata espansione della politica monetaria rivolta direttamente verso il mondo produttivo, ci sarebbe la possibilità di aumentare l’occupazione e il reddito e uscire quindi da questa crisi che sta annientando la generazione dei trentenni e dei quarantenni. È necessario ridare certezza, le persone devono poter credere nel proprio futuro, vivere una vita dignitosa per ricominciare a consumare, a investire e a incrementare, demograficamente, la popolazione. Questo intendeva Keynes quando parlava di “buona vita e di buona società”. Mi si potrebbe obiettare che siamo limitati nella spesa per i vincoli di bilancio imposti dall’Europa. Vorrei ricordare a questi sapientoni, sia italiani che europei, che gli investimenti pubblici producono reddito e questo, per effetto del moltiplicatore, oltre ad aumentare l’occupazione produce nuova imposta che alla fine del ciclo ricostituisce, quanto meno, il capitale investito. Diversi sono stati i suggerimenti in tal senso da parte di insigni economisti, la lettera degli economisti ai capi di Stato, ma, come si dice, non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire. Presuntuosi e incapaci. Ultimamente un gruppo di economisti tra cui B. Bossone, M. Cattaneo, E. Grazzini e Sylos Labini, hanno elaborato un progetto e pubblicato un saggio “per una moneta fiscale gratuita”, secondo cui lo Stato dovrebbe distribuire, gratuitamente, alla popolazione attiva, sia imprenditori che lavoratori, e ai disoccupati una somma, in titoli pubblici, pari a € 200 miliardi da restituire, pagando le imposte, non prima di due anni. Il senso della proposta è facilmente intuibile. Ampliare la domanda per incrementare i consumi e quindi gli investimenti. Il mancato gettito fiscale verrebbe scongiurato dal fatto che si incrementerebbero i consumi, e quindi l’occupazione, e dai nuovi redditi prodotti si otterrebbero nuove imposte. Un intervento dello Stato, questo, che non intaccherebbe ma migliorerebbe, a mio parere, la situazione del bilancio statale. La proposta non è stata presa affatto in considerazione. Neanche una minima discussione in merito. I soloni dell’ignoranza, purtroppo, sono sempre in prima fila. Altri economisti tra cui P. Krugman, e ancor molto prima il grande europeista J. Delors e i keynesiani in genere, hanno auspicato la riduzione dell’orario di lavoro per uscire dalla crisi e migliorare le condizioni di vita dei lavoratori. Personalmente ho sempre avvalorato questa tesi. La facoltà di economia dell’Università di Torino ha pubblicato uno studio che mette in risalto gli aspetti positivi della riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario anche se ammette che aumenterebbero i costi di produzione. Ma tale proposta, detta così, è improbabile che possa essere presa in considerazione. Una simile proposta, purtroppo, non potrà mai essere applicata perché, in una economia di mercato, il nostro Paese non sarebbe competitivo e quindi in breve sarebbe costretto a dichiarare default. Pur non essendo un economista, ho approfondito lo studio e attraverso diverse operazioni, sono giunto a elaborare una ipotesi di riforma dei tempi del lavoro che non fa aumentare i costi di produzione, restando quindi competitivi sul mercato, e nello stesso tempo non fa gravare il bilancio dello Stato di ulteriori costi. Riduzione dell’orario di lavoro da 8 a 6 ore giornaliere senza oneri per l’impresa e senza riduzione del salario netto per il lavoratore. In breve, il tutto si fonda su una riduzione dell’orario di lavoro da 8 a 6 ore al giorno prevedendo quindi minimo due turni di lavoro al giorno, e una riduzione dei contributi sociali e previdenziali e del prelievo fiscale. Naturalmente i costi dei due turni di lavoro di sei ore vanno confrontati con una giornata attuale di 8 ore + 4 ore di straordinario. Nel complesso, la proposta, lascia invariate le entrate per lo Stato perché essa mira ad aumentare l’occupazione e quindi la platea dei contribuenti; non fa aumentare i costi per l’impresa anzi mira a diminuire i suoi costi di produzione rendendo l’impresa più competitiva e infine lascia invariato il salario netto del lavoratore. Naturalmente la proposta, nella sua semplicità, per raggiungere i risultati previsti, necessita di alcuni accorgimenti che con un esempio spiego nelle immagini in questo articolo, precisando che il procedimento adottato vale con qualsiasi salario preso in considerazione. Dal più basso al più alto. Credo, comunque, che sia più interessante il contenuto della proposta che lo stesso calcolo da cui si evince la fattibilità della proposta. Dalla proposta avanzata a trarre maggior vantaggio sarebbe il lavoratore perché, pur percependo lo stesso salario, sarebbe meno stressato, più soddisfatto del suo tempo libero, meglio realizzato nelle sue aspirazioni proprio perché con l’aumento dell’offerta del lavoro, avrebbe la possibilità di scegliere il lavoro più confacente alle sue attitudini, non dovrebbe più mendicare ciò che gli spetta di diritto e, infine, avrebbe maggiore potere contrattuale. La proposta sarebbe vantaggiosa anche per l’impresa in quanto essa aumenterebbe la produzione perché sarebbero maggiormente sfruttate le macchine e perché il lavoratore, meno stressato, produrrebbe di più. Un lavoratore, è matematicamente accertato, raggiunge il massimo della produzione tra la quinta e la sesta ora; dopo, inizia la fase calante, facendo aumentare i costi marginali di produzione. Sono sicuro che da questa nuova organizzazione del lavoro, anche se si riducono i prelievi contributivi e fiscali, a trarre vantaggio sarebbe lo stesso Stato perché, oltre ad aumentare le entrate, con l’aumento dell’occupazione diminuirebbero i costi relativi alla disoccupazione, alla cassa integrazione, alla mobilità, alle malattie da lavoro, agli infortuni sul lavoro. Tutto questo segnerebbe anche la fine degli incentivi vari alle imprese per assumere o mantenere invariato il personale ed infine, credo, si avrebbe un deflusso di lavoratori dal pubblico verso il privato e quindi una riduzione della spesa pubblica che potrebbe essere investita per migliorare i servizi ai cittadini. Naturalmente non sono in grado di quantificare i risparmi dello Stato come non sono in grado di quantificare, in termini monetari, il benessere che deriverebbe al lavoratore da questo nuovo sistema, ma è indubitabile che essi ci siano. Basti pensare alla certezza del lavoro e alla sicurezza del proprio futuro per rendersi conto dei grandi benefici. Alcuni economisti tentano di convincere l’opinione pubblica e il mondo del lavoro che la crescita deriva da una maggiore produttività e per raggiungere tale obiettivo è necessario che i lavoratori lavorino di più senza che venga aumentato il salario. Secondo questa tesi, è sufficiente la crescita economica per far aumentare l’occupazione. Non è così. Basta rileggersi Rifkin. La nuova tecnologia, anche se produce crescita, assorbe meno lavoratori. Ma, a prescindere da questa considerazione, resta il fatto che per questi signori i lavoratori non contano niente, sono semplici macchine senza alcun diritto. Loro hanno una visione prettamente capitalistica del sistema. Siamo allo schiavismo. Assurdo. Ma ancor più assurdo è che forze politiche che si dicono vicine ai lavoratori non dicano niente per contrastare tale soluzione e approvino tutte le leggi che mirano ad annullare la personalità e la dignità dei lavoratori. La mia proposta mira a raggiungere lo stesso risultato della maggiore produttività senza sfruttare i lavoratori, ma premiandoli, e nello stesso tempo mira a una trasformazione strutturale del sistema migliorando la qualità della vita. Cosa cambia con il sistema proposto? Cambia che aumenta la forza lavoro relativamente al nuovo turno, che le 12 ore sarebbero fatte con personale meno stressato e quindi più produttivo e le macchine verrebbero sfruttate meglio e in maniera sistematica per 12 ore, minimo, abbattendo in tal modo i costi fissi per l’impresa. La stessa cosa avverrebbe per l’azienda che attualmente effettua due turni di 8 ore. In questo caso l’azienda dovrebbe fare tre turni di 6 ore per complessive 18 ore. Le due ore in più sarebbero come se fossero lo straordinario dei due turni standard. L’azienda che effettua attualmente tre turni di 8 ore dovrà farne quattro di 6 allo stesso costo. Gli esempi prodotti nelle immagini a corredo di questo articolo valgono per qualsiasi tariffa salariale e per qualsiasi struttura. . |
Ultimo aggiornamento Lunedì 21 Novembre 2016 17:52 |
Sudcritica Flash
==MARIO MARANGI, PER L'EXTRAVERGINE DI PUGLIA 'CREARE RETE' TRA I PRODUTTORI=Le difficoltà ma anche le grandi opportunità dei produttori oleari che puntano all'innovazione e alla qualità, in Puglia come a Modugno.Investire nell'olivicoltura significa anche valorizzare il territorio e il tessuto sociale.
Ecco le sfide che affrontiamo noi giovani imprenditori agricoli.
[v.in Sudcritica Modugno]
Sudcritica Flash
=IL COMUNE DI MODUGNO ABBATTE IL 'MURO'. LO ACQUISTO' COME OPERA D'ARTE, LO DISTRUGGE COME BAGNO FATISCENTE=di Francesca Di Ciaula.Il 2 febbraio scorso, in piazza Romita Vescovo, un tempo adibita a mercato del pesce, sono iniziati i lavori di demolizione della parete adiacente ai bagni pubblici.
La motivazione è presto detta: sicurezza e salvaguardia della pubblica incolumità, fatiscenza delle strutture. Il tutto per una spesa di 35 000,00 €.
La parete ricoperta di marmo nero, fu costruita a ridosso della chiesa seicentesca delle Monacelle in pieno centro storico, per nascondere un bagno pubblico, alla vista di chi sostava nella piazzetta. Una visione dai contrasti indicibili. Un monolite scuro e dietro la parete chiara dell'antica chiesetta. L'antico e il nuovo, maldestro tentativo di dare dignità al piastrellato che ha invaso il paese, eppure opera pubblica. La modernità imposta per capriccio o arbitrio, il marmo contro la pietra povera antica. Oggi ulteriore denaro pubblico è stato impiegato per distruggere quel manufatto a nessuno mai piaciuto per la sua manifesta volgarità.
[v.leggi tutto in Sudcritica Modugno]
Sudcritica Flash
=ITALIA GIUSTA, IL COMUNE DI MODUGNO BLOCCHI LO 'SFRATTO' DELL’ISTITUTO DEL NASTRO AZZURRO=di Tina Luciano.
Il movimento Italia Giusta secondo la Costituzione sollecita il Commissario prefettizio a Modugno perché blocchi lo ‘sfratto’ dell’Istituto Nastro Azzurro fino a quando sarà pronta la nuova sede ad esso destinata, in locali comunali che oggi ospitano i Servizi sociali.Il Museo e le Associazioni combattentistiche raccolte nell’Istituto custodiscono oggi le poche tracce esistenti di una memoria collettiva di Modugno, perse le quali va definitivamente in frantumi l’identità dell’intera città.
Un luogo della memoria va protetto e tutelato: insistere nel volerlo ‘sfrattare’ ha il sapore iconoclasta della provocazione, del voler far apparire come insensibile al bene pubblico una pubblica amministrazione che deve invece avere a cuore unicamente le esigenze sociali.
[v.anche in Sudcritica Modugno]
I SEMINARI DI ITALIA GIUSTA
=CONSUMO DI SUOLO E COMUNITA' SENZA IDENTITA'. INCONTRO CON GIUSEPPE MILANO=Il 23 gennaio 2015. Sono intervenuti Pasquale De Santis e Nicola Magrone."Contro il mostruoso consumo di suolo in tutta Italia, serve una mobilitazione dei cittadini, una coscientizzazione che ci faccia capire che la cementificazione costante ha un forte impatto sociale, significa alienazione, perdita di coesione della comunità, significa che non esiste più un'identità delle nostre città. Sentiamo spesso dire che si vuole 'costruire il futuro': ma lo si dice a vuoto, mentre si perpetuano questi atteggiamenti di noncuranza e di malapolitica. Costruire il futuro significa cominciare a far le cose per bene ogni giorno nelle nostre città. Quel che è successo a Modugno lo sapete voi, non ho titolo per parlarne ma parlano i fatti. Basta col dire che edilizia e urbanistica vanno visti come motore dello sviluppo, se poi sappiamo che servono per creare solo lo sviluppo di pochi... basta!"
Riprese video di A.Covella per Italia Giusta/Sudcritica
[v.anche in Sudcritica Modugno]
=DISCUSSIONI=
=SOVRANITA' NAZIONALE
MONETARIA
E DEBITO PUBBLICO=
Serafino Pulcini/
Mino Magrone
”
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I SEMINARI DI ITALIA GIUSTA
=PROTEZIONE CIVILE, INCONTRO CON GIUSEPPE DI CIAULA=Il 9 gennaio 2015. Coordinamento, formazione, esercitazioni, sicurezza sono i cardini di una buona protezione civile.Fondamentale un piano dettagliato di intervento, con volontari professionali i quali - quando dovessero verificarsi emergenze - sanno che fare ma non usurpano i compiti dei professionisti. Partecipano il presidente di Italia Giusta secondo la Costituzione, Pasquale De Santis, e Francesca Di Ciaula, della segreteria del movimento.
Riprese video di A.Covella per Italia Giusta/Sudcritica
[v.anche in Sudcritica Modugno]
I SEMINARI DI ITALIA GIUSTA
=PROTEZIONE CIVILE, INCONTRO CON WILLIAM FORMICOLA=Il 12 dicembre 2014, su ''Stato di salute del territorio italiano e ruolo della protezione civile''.Al centro dell'intervento, le azioni che gli amministratori devono compiere per prevenire, e per intervenire nel verificarsi di emergenze; gli effetti della mano dell'uomo sull'aggravamento dei rischi, i pericoli legati al consumo del territorio e al costruire senza regole. E' intervenuto il presidente di Italia Giusta, Pasquale De Santis.
Riprese video di A.Covella per Italia Giusta/Sudcritica
[in Sudcritica Modugno]
=POLITICA E CONSENSO=
=LA POLITICA
DELLE LOCUSTE=
”
se si vuole tentare
un recupero
delle regole
che tutelino tutti,
bisognerà scontentare
i gruppetti di interesse
che si concentrano come locuste
intorno al patrimonio pubblico
”
di Tina Luciano
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I SEMINARI DI ITALIA GIUSTA
=CULTURA, SCUOLA E
TERRITORIO E LA 'NUOVA'
FIERA DEL CROCIFISSO
A MODUGNO=
Per i Seminari di Italia Giusta
secondo la Costituzione,
incontro - il 21 novembre 2014 -
col musicista dei Radiodervish
Michele Lobaccaro
e con Francesca Di Ciaula
e Valentina Longo.
Su politiche culturali a
Modugno, sul successo
della 'nuova' Fiera
del Crocifisso inaugurata
con l'amministrazione
Magrone
e sull'importanza
delle relazioni
tra scuola e territorio.
=DISCUSSIONI=
=ECONOMIA E UE.
CI VORREBBE KEYNES
MA E' TROPPO
DI SINISTRA=
”
Ilquadro
macroeconomico
dell’Europa
dovrebbe suggerire
la ripresa di politiche economiche
poggiate sulle argomentazioni
della cosiddetta sintesi postkeynesiana.
Invece, ciò è ancora molto lontano
dall’essere preso in considerazione
dalle istituzioni europee
”
di Mino Magrone
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I SEMINARI DI ITALIA GIUSTA
=LE SCELTE FISCALI DELLA GIUNTA MAGRONE PER PROTEGGERE I CETI MENO ABBIENTI=Incontro con Dino Banchino.
Per i seminari di Italia Giusta secondo la Costituzione, incontro con l'assessore al Bilancio dell'amministrazione comunale di Modugno guidata da Nicola Magrone.Banchino ha parlato delle scelte fiscali fatte dalla giunta, tutte improntate all'art.53 della Costituzione italiana, per il quale il sistema tributario nel nostro Paese "è informato a criteri di progressività”.
Per questo, per il 2014 a Modugno non si è pagata la TASI, preferendo scaricare il peso maggiore della contribuzione dei cittadini sull'Irpef. Sono intervenuti Pasquale De Santis, presidente di Italia Giusta secondo la Costituzione, e Nicola Magrone.
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I SEMINARI DI ITALIA GIUSTA
=MODUGNO, LA GIUNTA MAGRONE E L'AIUTO AI PIU' DEBOLI=Incontro con Rosa Scardigno
Per i seminari di Italia Giusta secondo la Costituzione, incontro con l'assessore ai servizi sociali dell'amministrazione comunale di Modugno guidata da Nicola Magrone.Al centro dell'intervento dell'assessore, gli sforzi per ricostituire servizi disastrati (Ufficio di Piano, in primis), le necessità cui assolvere senza arbitrio, la descrizione di un lavoro interrotto a poco più di un anno dall'insediamento, quando avrebbe potuto dare aiuti più congrui.
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=DISCUSSIONI=
=MODUGNO.
CON ITALIA GIUSTA
PER ROMPERE
L'AGGLOMERATO
DI POTERE=
”
Da queste parti
smuovere la stagnazione
di poteri è stato
un azzardo
ed una scelta coraggiosa.
E tuttavia la dimostrazione
che un movimento possa spezzare
un meccanismo consolidato c'è stata.
[...] Che si possano tentare
scelte politiche limpide e nette,
l'esperienza amministrativa
modugnese ce lo insegna
”
di Francesca Di Ciaula
____________________
I SEMINARI DI ITALIA GIUSTA
=MODUGNO, LA NUOVA FIERA DEL CROCIFISSO=Incontro con Tina Luciano -
"Queste sono le ragioni e le modalità della nuova configurazione della Fiera del Crocifisso......da un lato riannodare i fili con il centro della città, dall’altro garantire la sicurezza in un sito che, oltre ad essere isolato non garantiva nemmeno l’incolumità dei visitatori".
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=I LUOGHI=
=BORGO TACCONE.
STORIA PICCOLA
DEL SUD=
”
Borgo Taccone
è questo luogo
dell'assenza,
una storia mancata
di insediamenti rurali.
Eppure non riesci
ad individuare la parola fine
a questa storia.
Il borgo intero sembra piuttosto
un racconto interrotto.
”
di Francesca Di Ciaula
______________
=DISCUSSIONI=
=IL MATTONE DI CALVINO.
60 ANNI DOPO=
”
“Un sovrapporsi
geometrico di parallelepipedi
e poliedri, spigoli e lati di case,
di qua e di là, tetti, finestre,
muri ciechi per servitù contigue
con solo i finestrini smerigliati
dei gabinetti uno sopra l’altro”.
”
di Nicola Sacco
______________
=DISCUSSIONI=
=CRISI. PER SALVARE
L'EUROPA BASTEREBBE
SVEGLIARE IL GIGANTE=
”
Una modesta
frazione
di questo gigante finanziario
narcotizzato e costretto
a stare improduttivo può,
purché l’Europa e la Germania
lo vogliano, finanziare opere
e interventi comuni di sviluppo
e crescita dell’occupazione
di lavoratori in Italia ed in Europa
”
di Mino Magrone
______________
=DISCUSSIONI=
=MODUGNO.
LA DIGNITA' POSSIBILE=
”
Questo, il sindaco
di Modugno,
Nicola Magrone,
ha insegnato nel primo anno
di amministrazione a chi
ha voluto comprendere:
a essere chiari,
a pronunciare il nome delle cose
senza timore, pubblicamente,
non in cenacoli all’ombra
di qualche interesse
che non fosse quello
di tutti i cittadini.
”
di Francesca Di Ciaula
____________________
=DISCUSSIONI=
=TAMARO, IL GRANDE NEMICO
E' IL NIENTE. O LO E'
PIUTTOSTO IL NICHILISMO?=
”
L'angoscia e il disagio
non sono soltanto
sentimenti dei giovani,
sono invece
di noi tutti
in quanto mortali
destinati a finire,
al niente
”
di Mino Magrone
_______________
Sudcritica Modugno
=GUASTO A PASSAGGIO A LIVELLO MODUGNO. IL SINDACO, SITUAZIONE ASSURDA CHE SI RIPETE= 5 aprile 2014 - Dice Nicola Magrone: "Prendero' le opportune iniziative per l'attuazione puntuale di intese precise sui compiti i di Fal e Rete Ferroviaria Italiana. Quello che serve e' scongiurare ulteriori situazioni di grave pericolo".[Leggi tutto in Sudcritica Modugno]=DISCUSSIONI=
=“La grande bellezza”?=
”
Finché continua
l’umana avventura
in questa valle,
ci sarà scienza, arte,
religione
e l’apocalisse del pensiero
lasciamola ai meno dotati.
Non ci riguarda.
”
di Pippo De Liso
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=DISCUSSIONI=
=JOBS ACT, LAVORO
SENZA DIRITTI
E SENZA DIFESE=
”
l’Europa solidifica
interessi preminenti
anche sottraendo
ai Paesi
a sovranità nazionale
le tradizioni politiche
e i documenti storici d’identità.
L’Italia è in prima fila con la cessione
della Costituzione e la fiammata
di follia collettiva del cambiamento
a tutti i costi, soprattutto in peggio
”
di Pippo De Liso
_______________
[ Leggi tutto]
=DISCUSSIONI=
=Per far ripartire l'Italia
non serve stravolgere
la Costituzione=
”
Proposta, da parte di un attivista
di Italia Giusta, di una piccola
guida pratica, aperta a suggerimenti,
per orientarsi tra i temi
di stretta attualità politica
”
di Nicola Sacco
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[ Leggi tutto]
Sudcritica Modugno
=RACCOLTA DIFFERENZIATA A MODUGNO, SUDCRITICA INTERVISTA L'ASSESSORE = 17 marzo 2014 - Puoi seguire l'intervista anche alla pagina di Sudcritica Modugno.Tra breve, finalmente, anche a Modugno (e per l'intero Aro del quale Modugno è capofila) ci sarà un bando di gara per una vera raccolta differenziata. Con l'aiuto e la collaborazione di tutti i cittadini dovrà portare al traguardo 'rifiuti zero'. L'assessore comunale Tina Luciano spiega a Sudcritica come accadrà.Riprese e post produzione di Alberto Covella
Per discutere con il Movimento Italia Giusta secondo la Costituzione, questi gli indirizzi:
sede: via X marzo 88 - 70026 MODUGNO
posta elettronica: [email protected]
[email protected]
rivista: www.sudcritica.it
=DISCUSSIONI=
L’arroganza
della Rai
”
In nessun altro
Paese europeo
si assiste al pagamento
di un canone obbligatorio
a fronte di una pubblicità
invadente e accentratrice
”
di Pippo De Liso
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=DISCUSSIONI=
Il documento
alternativo
"Il sindacato
è un'altra cosa"
per il XVII Congresso
della Cgil
di Pippo De Liso
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[ Leggi tutto]
=DISCUSSIONI=
Una sinistra
nata piccolo-borghese
di Franco Schettini
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“a mio avviso il nostro “marxismo” altro non è stato che riformismo piccolo borghese, nemmeno socialdemocratico”
Il 15 giugno del 1975 Pasolini scriveva, dopo le effimere vittorie delle sinistre, che “l’Italia è nel suo insieme ormai un Paese spoliticizzato, un corpo morto i cui riflessi non sono che meccanici. L’Italia cioè non sta vivendo altro che un processo di adattamento alla propria degradazione”.
[ Leggi tutto]
Contro la violenza sulle donne
MAGRONE, PALMINA E LE SUE PAROLE HANNO CAMBIATO LA MIA VITACasacalenda, 16 novembre 2013 - intervista di Maurizio Cavaliere. Magrone ricorda il giorno in cui palmina martinelli gli parlò in punto di morte, rivelandogli i nomi dei suoi aguzzini. La 14enne di fasano morì data alle fiamme nel novembre 1981, si era rifiutata di prostituirsi.
DON TONINO BELLO - LA COSCIENZA E IL POTERE
IL POTERE, LA LEGGE, LA COSCIENZADon Tonino Bello ricordato dal sindaco di Modugno, Nicola Magrone, a Mola di Bari, il 16 ottobre 2013, con l'assessore regionale Guglielmo Minervini e don Gianni De Robertis.La speranza nel patto tra deboli, se non per rovesciare il potere almeno per attenuarne l'abuso. Tornare alle origini di don Tonino Bello è tornare alle origini del nostro popolo, cioè la Costituzione. Secondo il sindaco di Modugno, oggi la costituzione non deve essere modificata.
cronache dall'interno
=IL SINDACO DI MODUGNO NICOLA MAGRONE E LA SUA GIUNTA INCONTRANO I CITTADINI=26 settembre 2013 - Filmato integrale dell'incontroPer la prima volta nella vita amministrativa di Modugno, l’amministrazione parla con i cittadini in un incontro pubblico.
Riprese e post produzione di Alberto Covella
Per discutere con il Movimento Italia Giusta secondo la Costituzione, questi gli indirizzi:
sede: via X marzo 88 - 70026 MODUGNO
posta elettronica: [email protected]
[email protected]
rivista: www.sudcritica.it