[…] si vada alle ‘leggi’ dello Stato autoritario e del razzismo fascista e poi delle ‘benevoli riparazioni’: un cammino francamente ossessionante, scandito da articoli, commi, paragrafi, decreti, regolamenti, circolari. Nulla fu tralasciato perché si smarrisse - prima - la percezione stessa dell’’oggetto’ di tanta legislazione: persone. E perché non si disturbasse più di tanto - dopo - un popolo “in buona fede”: noi.
(Nicola Magrone, Codice Breve del razzismo fascista)
”
Il 17 novembre del 1938, Vittorio Emanuele III, per grazia di Dio e per volontà della Nazione, Re d’Italia, Imperatore d’Etiopia, “ritenuta la necessità urgente ed assoluta di provvedere”, decreta - “su proposta del DUCE, Primo Ministro Segretario di Stato, Ministro per l’Interno, di concerto coi Ministri per gli affari esteri, per la grazia e giustizia, per le finanze e per le corporazioni” - un complesso, pignolo e accanito sistema di norme che porta la difesa della razza praticamente ovunque. E’ il Regio Decreto legge 17 novembre 1938 - XVII, n.1728, contenente Provvedimenti per la difesa della razza italiana. E’ il testo fondamentale della legislazione razziale del fascismo. Sudcritica ricorda oggi, nel “Giorno della Memoria” 2023, l’ignominia delle leggi razziali con testi tratti dal libro Codice breve del razzismo fascista - La “questione razziale”. Stato totalitario e democrazia costituzionale, di Nicola Magrone (edizioni dall’Interno-Sudcritica, 2004), che raccoglie ed analizza tutti i documenti della legislazione razziale fascista.
Ultimo aggiornamento Venerdì 27 Gennaio 2023 10:41
=GIORNO DELLA MEMORIA 2022. PERSECUZIONI RAZZIALI, UN MOSTRO SENZA PADRI=
Scritto da Redazione
Giovedì 27 Gennaio 2022 00:00
Leggi razziali.
Le responsabilità degli individui e l’innocenza
dei popoli
”
sviscerare la questione tragica e attualissima
della responsabilità individuale
rispetto a ciò che ha reso possibile il mostruoso”
riguarda il presente e il futuro.
Riguarda i singoli ma anche i popoli
”
Nell’agosto del 2021, in Polonia, il Parlamento ha approvato una legge che pone un limite di 30 anni per impugnare in tribunale le richieste di restituzione dei beni saccheggiati e confiscati dagli occupanti nazisti tedeschi durante la Seconda guerra mondiale e, dopo il 1945, dal regime comunista. La legge, naturalmente, nuoce soprattutto ai sopravvissuti alle persecuzioni razziali e ai loro discendenti, usando persino un linguaggio offensivo nei confronti di coloro che vorrebbero essere risarciti, giacché giunge a dire che viene promulgata “per difendere i polacchi da tentativi di frode”. La legge polacca è giunta a conclusione di un paio di anni di mobilitazioni della destra nazionalista contro i risarcimenti dei beni strappati alle vittime della Shoah e della deportazione nazifascista. E dopo alcuni decenni di affermazioni secondo le quali la Polonia fu “Paese occupato e sofferente a causa dei nazisti” e non connivente e complice con i crimini nazisti.
In Italia, solo il 30 dicembre 2020, con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale della nuova legge di bilancio, si è data soluzione a questioni assai spinose riguardanti la possibilità di ottenere risarcimenti. Col provvedimento nella legge di bilancio dello scorso anno, infatti, sono state “finalmente superate - ha scritto Noemi Di Segni, Presidente dell’Unione delle Comunità ebraiche in Italia (https://moked.it/blog/2021/01/03/perseguitati-razziali-la-svolta-del-governo-non-piu-necessario-lonore-della-prova/) profonde aberrazioni presenti nella legge 10 marzo 1955, n. 96 (“legge Terracini”), recante “Provvidenze a favore dei perseguitati politici o razziali e dei loro familiari superstiti” - cosiddette Benemerenze - con riguardo alla persecuzione razziale e nello specifico delle persone di religione ebraica”. Tra queste aberrazioni, quella dell’ “onere della prova”. “Fino a ieri qualsiasi richiedente - spiega la presidente dell’Unione delle Comunità ebraiche in Italia - doveva produrre la prova dell’atto persecutorio: dimostrare quindi di aver sofferto e di aver subito atti di violenza e sevizie, con documenti originali o testimoni. Al di là della difficoltà oggettiva di fornire tali prove e al di là della valutazione estremamente variabile di cosa si intende per atto persecutorio, vi era una umiliante decisione di ammissibilità soggettivizzata. Dopo l’onta e le esclusioni da ogni ambito della vita dovuta alle leggi razziste, dopo la persecuzione fisica e la deportazione, gli ebrei dovevano ancora dimostrare la ‘corretta’ applicazione di tale persecuzione nei loro riguardi, e questo dopo la formale abolizione delle leggi antiebraiche, dopo la Costituzione del 1947. Con la nuova disposizione si chiarisce che gli atti di violenza o le sevizie subite in Italia o all’estero si presumono fino a prova contraria”.
Accade dunque che solo dal 2021 un ebreo possa finalmente dire in Italia di essere stato perseguitato senza dover essere costretto ad addurre una prova o un testimone. Dall’avvio delle persecuzioni razziali sono passati più di 80 anni.
I Polacchi, gl’Italiani, tanti altri popoli europei continuano a credere di aver avuto una limitata responsabilità nella distruzione delle comunità ebraiche, e più in generale nelle persecuzioni delle leggi razziste. Il popolo italiano si è sempre ritenuto un popolo di ‘brava gente’, quindi gli ebrei italiani non possono che aver sofferto poco l’antisemitismo. Dimenticando che, solo in Italia, novemila ebrei italiani, il 15-20 per cento della comunità ebraica, sono stati deportati nei campi di concentramento.
In Italia, perseguitati, umiliati, privati dei diritti, gli ebrei italiani furono perseguitati dal regime fascista anche economicamente: i loro beni furono rubati, saccheggiati, confiscati, sequestrati. Ed è su questo aspetto che si scrive un’altra delle pagine buie della storia d’Italia.
Lo sottolineava, tra gli altri, il prof. Guido Alpa in una Relazione tenuta nel 2019 in occasione dell’ottantesimo anniversario delle leggi razziali, al Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Torino. “La persecuzione degli Ebrei in Italia - rilevava - […] prosegue senza ritegno e nell’indifferenza generale quando si pone il problema delle restituzioni, restituzioni intese in senso lato, cioè la reintegrazione nel posto di lavoro e nelle funzioni nella pubblica Amministrazione, nella Magistratura, nella scuola e nell’ Università, la ripresa dell’attività economica negli esercizi commerciali, nelle professioni, nelle imprese, la restituzione delle proprietà, in particolare dell’abitazione, degli arredi, dei beni di pregio, dei depositi bancari, del prodotti finanziari e assicurativi”.
Nel 2001, cioè a circa sessant’anni dalla Liberazione d’Italia e dopo tre anni di lavoro, la Commissione Anselmi (istituita nel 1998 con il compito di “ricostruire le vicende che hanno caratterizzato in Italia le attività di acquisizione dei beni di cittadini ebrei da parte di organismi pubblici e privati”) riuscì a quantificare, solo in linea approssimativa, il valore dei beni che ‘in nome della legge’ erano stati sottratti: case e terreni, conti bancari, titoli azionari, gioielli, opere d'arte e di antiquariato, ma anche comuni oggetti del vivere quotidiano come spazzolini da denti, barattoli di marmellata, posateria e pentolame. La Commissione era riuscita a rintracciare almeno 8.000 decreti di confisca che descrivono una ruberia operata dallo Stato dalle dimensioni impressionanti: il valore degli immobili requisiti (e trasferiti all'Ente Gestione e Liquidazione Immobili-EGELI) nel 1939 fu di oltre 55 milioni di lire dell'epoca (oltre 40 miliardi di euro ai valori attuali). E poi sequestri di depositi bancari e contanti per 75 milioni di lire dell'epoca (50 miliardi di oggi); di titoli di stato per 36 milioni; di azioni per 730 milioni; di terreni e fabbricati per il valore di 1 miliardo di lire all’epoca; oltre a furti e saccheggi che – scrive la commissione – “non sono quantificabili, ma sicuramente di dimensioni vaste, poiché praticamente tutti gli ebrei furono costretti ad abbandonare le loro case”.
Già l’anno scorso dedicammo a questo tema il ‘Giorno della Memoria’ della rivista “Sudcritica” (https://www.sudcritica.it/politica/956-litalia-e-gli-ebrei-un-paese-sempre-in-buona-fede), pubblicando un ampio capitolo del volume di Nicola Magrone dal titolo Codice breve del Razzismo Fascista - La “questione razziale, pubblicato dalle edizioni dall’interno-Sudcritica nel 2004. Il capitolo s’intitola “Il ‘Terzo in buona fede’ e le riparazioni” e si articola così:
- 1. La “reintegrazione nei diritti civili e politici dei cittadini italiani e stranieri già dichiarati di razza ebraica o considerati di razza ebraica’. Le origini di una storia infinita.
- 2. La “reintegrazione dei diritti patrimoniali dei cittadini italiani e stranieri già dichiarati o considerati di razza ebraica”.
- 3. L’interminabile processo di reintegrazione dei perseguitati razziali.
- 4. La riparazione nelle aule di giustizia.
Oltre alle questioni già poste, sottolineiamo altri due punti che Magrone rileva nel suo saggio. Uno è il seguente: in tanti e tanti anni è mancato: tutti “terzi in buona fede” gli italiani ariani che, estranei e distratti, occuparono però le case e le aziende degli ebrei? Manca una ricognizione non delle “spoliazioni” ma degli arricchimenti. L’altro riguarda la storia della giurisprudenza che riflette il ruolo della magistratura sotto il Fascismo. Anche sulla questione delle restituzioni, infatti, l’ampia giurisprudenza che ne è scaturita si è risolta, nella maggioranza dei casi, in danno dei perseguitati. Alpa, al riguardo, rilevava: “In altri termini, siamo in presenza del diritto, come legittimazione del male, nella prima fase, e del diritto come legittimazione dell’umiliazione, nella seconda fase”.
Per l’analisi dedicata a questi problemi, pubblichiamo dal Codice breve “La Nota editoriale” di Mino Magrone, presidente di ‘Italia Giusta secondo la Costituzione’ che ci ha lasciato pochi mesi fa. Pubblichiamo anche la “Premessa” di Nicola Magrone, il quale ricorda Helmut Kohl, cancelliere della Germania per 16 anni, che “si lasciò andare alla pubblica consolazione della grazia per la nascita tardiva, quella che ci risparmiò la prova estrema del nostro agire al cospetto della tragedia nazista (come a dire, se ci fossimo stati non è detto che non ci saremmo trovati di qua dal forno crematorio a infornare infedeli)”. Dai due testi emerge che sta tuttavia, al fondo delle questioni riguardanti le “restituzioni” e le reintegrazioni, un problema di non poco rilievo: “sviscerare la questione tragica e attualissima della responsabilità individuale rispetto a ciò che ha reso possibile il mostruoso” riguarda il presente e il futuro. Riguarda i singoli ma anche i popoli. [c.z.]
”
Dal volume Codice Breve del Razzismo Fascista, di Nicola Magrone:
Nota editoriale
Questa tempesta
diMino Magrone
L’ironia della vita è che questa viene vissuta in avanti, ma è compresa all’indietro.
Soren Kieerkegaard
Pubblicare le leggi razziali italiane del 1938, di quell’infausto e mostruoso periodo della storia del nostro paese, rafforzare la corta memoria di ogni sorta di credenti nelle taumaturgiche capacità del procedere rettilineo del progresso verso approdi di pace e piena democrazia non può non significare il tentativo di tracciare la storia di un’azione pedagogica, civile e democratica ma anche del suo fallimento.
L’Angelus Novus del quadro di Klee ha la bocca aperta, lo sguardo spaventato; fissa qualcosa da cui è in procinto di fuggire.
L’angelo della storia deve avere la stessa angoscia, lo stesso sgomento; dai suoi occhi spalancati sporge l’immagine del mostruoso.
Walter Benjamin cosí se lo immagina: “Ha il viso rivolto al passato e dove appare una catena di eventi egli vede una sola catastrofe che accumula senza tregua rovine su rovine e le rovescia ai suoi piedi. Egli vorrebbe ben trattenersi, destare i morti e ricomporre l’infranto. Ma una tempesta spira dal paradiso…. ed è cosí forte che egli non può chiudere le sue ali. Questa tempesta lo spinge irresistibilmente nel futuro a cui volge le spalle, mentre il cumulo delle rovine sale davanti a lui al cielo. Ciò che chiamiamo il progresso, è questa tempesta”.
Il ricordo e la memoria del mostruoso, l’azione pedagogica non possono non essere coscienti dell’impossibilità della possibilità del loro successo.
Il futuro infatti “è questa tempesta”.
Per molti, chiedersi perché il futuro è questa tempesta può significare motivo di scoraggiamento e, forse, criterio di analisi deprimente.
Si tratta di capire però che guardare in faccia la tempesta in cui inconsapevolmente viviamo significa uscire rafforzati dalla nostra antiquata e, tutto sommato, rasserenante psicologia del divenire; significa disvelare l’essenza piú subdola nascosta nel cosiddetto “dislivello prometeico” tra la nostra povera capacità di immaginazione e le reali e smisurate potenzialità di asservimento e di distruzione della tempesta. Insomma, prendere coscienza della grande difficoltà di desituarsi rispetto alla situazione data può consentire non di non essere piú “nichilisti in azione” e, in fondo, tutti inconsapevoli “figli di Eichmann”, ma di sapere che lo siamo e che agiamo non sapendolo.
Sicché, guardiamola in faccia questa nostra realtà presente e senza disdegnare uno sguardo sul prossimo futuro. La guarderemo, per ovvie ragioni di sintesi e di spazio, molto sommariamente, forse anche confusamente, ma con la speranza di pervenire alla conclusione di non essere psicologicamente forzati ad esprimere un giudizio troppo presuntuoso sul passato. Infatti, sta proprio nell’evitare di sviscerare la questione tragica e attualissima della responsabilità individuale rispetto a ciò che ha reso possibile il mostruoso che si annida la persuasione e l’illusione che il cosiddetto “problema Eichmann” sia una faccenda di ieri. In effetti esso non appartiene soltanto al passato, riguarda invece il presente ed il futuro ed in ciò sta il pregio di questa iniziativa editoriale.
Un’avvertenza è ineludibile: molte delle notizie strabilianti che appaiono continuamente sulla stampa e in televisione dicono dell’irresistibile progresso della biologia e della biotecnologia. In larga parte si tratta di genetica mercantile: tali notizie servono ad attrarre capitali e finanziamenti e a sostenere e gonfiare bolle speculative borsistiche. Tuttavia, si tratta anche in questo caso di un asservimento mostruoso della opinione pubblica in stile e spirito perversamente hitleriani. E’ sufficiente conoscere l’essenziale della storia per capire che lo stile hitleriano ha preceduto lo stesso Hitler, come è dato di sapere, per esempio, per la frenologia in auge all’inizio del secolo XIX o per l’eugenismo poi screditato dai campi di concentramento ed infine riabilitato dalla biologia moderna sotto forma di richiesta e di bisogno, quasi una forzata domanda di mercato, del “bambino perfetto”.
Ma non tutto è mercantile, frammisto al rastrellamento di finanziamenti oscuri c’è anche il progetto di controllo sociale che va realizzandosi sotto i nostri occhi.
In La visione molecolare della vita (Oxford University Press, 1993) è riportato il rapporto del consiglio di amministrazione della Rockefeller Foundation che dice: “Possiamo sviluppare una genetica abbastanza valida e approfondita per generare in futuro uomini superiori? Possiamo saperne abbastanza sulla fisiologia e sulla psicologia della sessualità perché l’uomo sia in grado di sottoporre questo aspetto onnipresente, essenziale e pericoloso della vita a un controllo razionale? […] Può l’uomo acquisire una conoscenza sufficiente dei propri processi vitali tale che ci consenta di razionalizzare il comportamento umano?”
Qui, a parte ogni considerazione sul drenaggio di capitali, va detto che nessuno è in grado di ammettere o di escludere che la ricerca biologica e biotecnologica non comprenda la creazione del “bambino perfetto” e del cittadino in azione completamente funzionali ad una sorta di totalitarismo tecnologico e politico. In questo caso non sarebbero piú necessari i campi di concentramento; tutto il pianeta, subendo una metamorfosi straordinaria, ma non per questo impossibile, sarebbe un felice gulag.
Non in meno ma qualche preoccupazione in piú dà la biologia in campo agricolo e nell’allevamento degli animali. In questo caso la libertà di ricerca e di applicazioni tecnologiche è quasi totale trattandosi di viventi “senza anima”. Gli organismi geneticamente modificati e le clonazioni sono fatti della cronaca quotidiana. E’ il maestoso prologo all’opera completa!
Esiste, tuttavia, la tecnologia di potenza per mettere in scena il finale drammatico dell’opera. La fisica nucleare e delle particelle subatomiche ha prodotto, tra l’altro, lo bombe atomiche e le bombe H.
La bomba atomica è stata già usata sul Giappone nel 1945 con effetti disastrosi che ancora oggi patiscono esseri umani non chiusi in campo di concentramento ed ivi mandati a morire ma liberi nelle loro popolose città e attenti ai loro impegni quotidiani. Se pensiamo che dal 1945 ad oggi questa tecnologia di potenza e di morte ha accresciuto enormemente le sue potenzialità distruttive, allora possiamo capire perché con l’avvento dell’era atomica siamo giunti all’ultima era: tutto ciò che avviene nel mondo, anche di sorprendentemente grande, avviene sotto il dominio dell’era atomica e della sua capacità di far cessare la vita. La nostra psicologia pre-atomica deve fare un salto formidabile per pecepire che dal vaso di Pandora, ormai infranto, è uscita una mostruosità invisibile che dà la morte a tutti. Di chi è la responsabilità? Di pochi? Di nessuno? Forse è della situazione nella quale lavoriamo, ricerchiamo, studiamo, applichiamo. Forse piú che agire “siamo agiti” da una sorta di determinismo e funzionalismo che accresce sempre di piú il dualismo, la separatezza tra ciò che siamo realmente e, spesso, inconsapevolmente e l’immagine o l’idea, ormai retorica, della libertà della nostra coscienza morale in esodo verso il luogo iperuranico del suo annientamento e dell’ esilio; e del rovesciamento e della inversione dei mezzi in fini per cui ciascuno deve fare quel che fa senza conoscere le concatenazioni separate e invisibili del fare di ciascun altro. Sicché il risultato finale realizza la volontà di scopo del mezzo dal quale dipendiamo come fonte insostituibile di vita ma anche di morte e rispetto al quale non abbiamo piú fini essendo vincente la volontà di scopo del mezzo.
Nel contesto delle responsabilità, la memoria corre verso la misteriosa scomparsa di Ettore Majorana del quale Enrico Fermi scrisse: “Ma poi ci sono i geni, come Galileo e Newton. Ebbene Ettore Majorana era uno di quelli”.
Si suicidò o scomparve volutamente seguendo l’indicazione perentoria del suo senso di responsabilità individuale?
Forse ora è tempo di smettere di percorrere la nostra galleria delle angosce; ci sarebbe molto altro da vedere: il libro che pubblichiamo è un forte e potente invito a pensare il passato che non è come noi avremmo voluto che fosse e a disoccultare le insidie del presente che è molto piú preoccupante di quanto non appaia. Ma ci basta ricordare a questo punto il volto dell’Angelus Novus, il suo fuggire da qualcosa di orrendo e il suo precipitare nel vortice della tempesta del divenire.
Qualcuno, a questo punto, potrebbe avanzare il diritto di fare una domanda: “ma che cosa debbo fare?” Intanto, nei limiti del possibile, della possibilità cioè della prevedibilità, anche incerta, degli effetti nocivi delle proprie azioni, praticare realmente il principio di responsabilità individuale; poi, essendo certo che ciò è terribilmente insufficiente e di problematica attuazione, nella tempesta che spira dal paradiso conservare e vivificare la speranza attiva che la potenza dei mezzi e la loro vincente volontà di scopo ci lascino almeno un pallido residuo di diritto a pensare e criticare non tanto che cosa fare quanto che cosa non fare. Ventisette piloti israeliani si sono rifiutati di bombardare i palestinesi: è un esempio grandioso, una potente eccezione, un disordine riordinante. L’hybris, la violenza e la tracotanza, in ogni luogo può subire una sconfitta per quanto piccola.
Le ragioni e le intenzioni
di Nicola Magrone
Questo libro non nasce dall’improvviso impazzimento di un giudice attratto dalla tentazione di farsi storico. Se così fosse, si tratterebbe di un pessimo servizio al mestiere del giudice e a quello dello storico.
Esso nasce, invece, tutto dentro al sistema culturale e professionale di chi pratica il diritto; non a caso, il tema della ricerca è quello delle “leggi razziali” del fascismo, dell’ordinamento giuridico che le rese possibili e delle ragioni che, a loro volta, quell’ordinamento resero possibile. Cose tanto risapute quanto ignorate.
[...]
Le “leggi razziali” del fascismo, in particolare, hanno goduto di un “trattamento” particolarmente benevolo: quello che si dà ad una cosa straordinariamente eccezionale, anomala, imprevedibile, imprevista, e nemmeno voluta. Detto questo, il caso è chiuso. E dunque, non conterebbe nulla tutto il resto, una mostruosità potendoci toccare in sorte sotto tutti i regimi e ad ogni latitudine; un mostro è un mostro. E nemmeno conterebbe nulla l’affanno di chi si ostinasse a collocare sentinelle armate di tutto punto ai confini dell’abitato: la mostruosità non viene da dentro ai confini, viene da fuori, non si sa da dove, non si sa perché; se viene, non si fa annunciare, un fulmine, un tuono, una calamità.
Da questo punto di vista, si spiega perché appaiono sempre più “fuori gioco e fuori tempo” quanti, oggi, si ostinano a dislocare sentinelle a difesa della nostra Carta costituzionale: della quale - sembra di capire - si pensa che non sia uno strumento capace di impedire l’imprevisto se non il fatale ripiegarsi della società nel desiderio di comandi semplificati. Tanto vale - sembra di capire che si pensi sempre più diffusamente - esorcizzare il pericoloso ripetersi della storia attrezzandoci a “riviverlo” amichevolmente e a “governarlo” per finirne governati. Joseph Roth1 ha detto questa preoccupazione, che sta tra le ragioni di questo libro, così: “E’ inimmaginabile quante ingiurie in una volta sola può sopportare un essere umano che è già stato oltraggiato”.
Queste - ed altre nemmeno nitidamente percepite se non come bisogno indistinto e a volte confuso di fare qualche conto con quel che fummo e quello che siamo - sono le ragioni che più visibilmente sostengono le intenzioni di questo libro. Tra le quali ultime non c’è, deliberatamente è stata esclusa, quella che viene retoricamente e ad ogni pie’ sospinto evocata con l’abusato monito del “dovere della memoria”: si dice: “per non dimenticare”. Donde, il rituale del rito dovuto, della commemorazione occasionale, della cerimonia evocativa per anniversari. Accade per le calamità naturali, per gli assassini che hanno fatto la storia, per le cose terribili e però consumate, archiviate, vinte.
Quando Helmut Kohl si lasciò andare alla pubblica consolazione della grazia per la nascita tardiva, quella che ci risparmiò la prova estrema del nostro agire al cospetto della tragedia nazista (come a dire, se ci fossimo stati non è detto che non ci saremmo trovati di qua dal forno crematorio a infornare infedeli), lo videro immediatamente in odore di qualunquismo opportunista: e sbagliarono. Perché di qua dal forno ogni giorno ancora ci spingono tentazioni e lusinghe. Toccò di peggio a Philip Jenninger nel suo discorso al Parlamento tedesco il 10 novembre 1988, quando evocò la colpa collettiva del Genocidio2. In una parola, fu fatto dimettere, perché il nazismo è il nazismo, non c’entra il popolo tedesco, noi ancor meno. Figuriamoci il popolo italiano e il fascismo, terzo in buona fede (come diranno poi le “leggi riparatrici” dell’Italia repubblicana) il primo, approssimazione grossolana, sguaiata e sostanzialmente bonaria il secondo (incline a far suo l’insegnamento di Callisto II perché non si facesse del male inutile all’ebreo qui nichel macchinari presumpserit in subversionem fidei christianae, che non facesseinsomma l’ebreo o, secoli dopo, l’antifascista). 3
E allora, “per non dimenticare” che cosa esattamente? Un pezzo di storia concluso e senza esiti? Un dato d’archivio?
Naturalmente, una cosa sono le intenzioni del libro, altra il risultato raggiunto: dove quest’ultimo apparirà manifestamente gracile, un suggerimento veramente leale s’impone: si vada alle “leggi” dello Stato autoritario e del razzismo fascista e poi delle “benevoli riparazioni”: un cammino francamente ossessionante, scandito da articoli, commi, paragrafi, decreti, regolamenti, circolari. Nulla fu tralasciato perché si smarrisse - prima - la percezione stessa dell’“oggetto” di tanta “legislazione”: persone; e perché non si disturbasse più di tanto - dopo - un popolo “in buona fede”: noi.
1 Joseph Roth, Ebrei erranti, Milano, Adelphi, 2000, pagina 127.
2 Mario Pirani, Il fascino del nazismo, Bologna, il Mulino, 1989.
Ultimo aggiornamento Giovedì 27 Gennaio 2022 17:42
DIRITTI DEI LAVORATORI
Scritto da Redazione
Lunedì 20 Dicembre 2021 09:56
UN NUOVO STATUTO, LO STESSO OBIETTIVO
PORTARE LA COSTITUZIONE NEI LUOGHI DI LAVORO
”
Oggi, le garanzie fondamentali dello Statuto devono essere portate in tutti i luoghi di lavoro: come fu per lo Statuto, solo la fedeltà alla nostra Carta costituzionale assicurerà che queste garanzie debbano continuare ad applicarsi: primo obiettivo, “la tutela della libertà e dignità dei lavoratori, della libertà sindacale e delle attività sindacali nei luoghi di lavoro”.
”
di Nicola Magrone
_______________
Segui la luna - così intitolavamo qualche anno fa una collana di pubblicazioni della nostra rivista. Quel titolo esprimeva l'esigenza di un riferimento per orientarsi in una fase storica che si annunciava complessa, che si innervava di cambiamenti a tratti vantaggiosi, per altri versi non dannosi per le nostre comunità cittadine, per altri ancora, invece, pericolosi.
Tra i sostegni che la Costituzione annovera come decisivi per la stabilità e l'equilibrio sociale, c'è la tutela del lavoro, considerato dalla nostra Carta Costituzionale sia come strumento per la definizione della identità individuale, non più demandata a ingiustificate acquisizioni di privilegi, sia come strumento di crescita della collettività e tenuta solidale della società.
A parte il fondamentale art.1 della Costituzione italiana, è l’art. 4 della Carta che spiega l’intento dei Costituenti: “La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto. Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un’attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società”.
La prima proposizione dell’articolo qualifica il lavoro come un diritto che la Repubblica riconosce a tutti i cittadini, promuovendo le condizioni che lo rendono effettivo. Il secondo comma lo definisce come dovere che è compito di ogni cittadino svolgere, tramite un’attività o una funzione che contribuisca al progresso materiale o spirituale della società, “secondo le proprie possibilità e la propria scelta”.
Ultimo aggiornamento Lunedì 20 Dicembre 2021 12:53
=GLI SCONFITTI CHE HANNO FATTO LA STORIA. A SINISTRA=
Scritto da Redazione
Domenica 31 Gennaio 2021 12:30
Gli anniversari di chi non ha avuto ragione ma ha fatto la storia
”
nella storia della sinistra italiana non ci sono stati vincitori ma sconfitti. Sia chi non ha avuto ragione ma ha fatto la storia italiana sia chi, pur avendo avuto ragione, non ha fatto la storia
”
di Mino Magrone
_____________
Desidero ricordare che in questo, appena trascorso, mese di gennaio, ricorrono tre anniversari che nessuno, credo, possa dimenticare.
Ultimo aggiornamento Domenica 31 Gennaio 2021 13:21
L'ITALIA E GLI EBREI: UN PAESE SEMPRE 'IN BUONA FEDE'
Scritto da Redazione
Mercoledì 27 Gennaio 2021 18:49
27 GENNAIO 2021.
L’ITALIA E GLI EBREI:
UN PAESE SEMPRE “IN BUONA FEDE”
”
‘per non dimenticare’. […] ‘per non dimenticare’ che cosa esattamente? Un pezzo di storia concluso e senza esiti? Un dato d’archivio?
[…] si vada alle ‘leggi’ dello Stato autoritario e del razzismo fascista e poi delle ‘benevoli riparazioni’: un cammino francamente ossessionante, scandito da articoli, commi, paragrafi, decreti, regolamenti, circolari. Nulla fu tralasciato perché si smarrisse - prima - la percezione stessa dell’’oggetto’ di tanta legislazione: persone. E perché non si disturbasse più di tanto - dopo - un popolo “in buona fede”: noi.
(Nicola Magrone, Codice Breve)
”
In Italia, perseguitati, umiliati, privati dei diritti, gli ebrei italiani furono perseguitati dal regime fascista anche economicamente: i loro beni furono rubati, saccheggiati, confiscati, sequestrati. Ed è su questo aspetto che si scrive un’altra della pagine buie della storia d’Italia.
Lo sottolinea, tra gli altri, il prof. Guido Alpa in una Relazione tenuta nel 2019 in occasione dell’ottantesimo anniversario delle leggi razziali, al Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Torino. “La persecuzione degli Ebrei in Italia - rileva - […] prosegue senza ritegno e nell’indifferenza generale quando si pone il problema delle restituzioni, restituzioni intese in senso lato, cioè la reintegrazione nel posto di lavoro e nelle funzioni nella pubblica Amministrazione, nella Magistratura, nella scuola e nell’ Università, la ripresa dell’attività economica negli esercizi commerciali, nelle professioni, nelle imprese, la restituzione delle proprietà, in particolare dell’abitazione, degli arredi, dei beni di pregio, dei depositi bancari, del prodotti finanziari e assicurativi”.
Per questo, e per evitare la facile retorica cui spesso s’indulge a proposito dell’Olocausto, proprio a questo tema, non a caso facilmente dimenticato nelle questioni che riguardano le leggi razziali del fascismo in Italia, vogliamo dedicare quest’anno il ‘Giorno della Memoria’ della rivista “Sudcritica”. Lo facciamo pubblicando qui un ampio capitolo del volume di Nicola Magrone Codice breve del Razzismo Fascista – La “questione razziale, pubblicato dalle edizioni dall’interno-Sudcritica nel 2004. Il capitolo s’intitola “Il ‘Terzo in buona fede’ e le riparazioni”.
Ultimo aggiornamento Mercoledì 27 Gennaio 2021 21:02
=TEORIA E CULTURA POLITICA, UN SAGGIO DI NICOLA MAGRONE EDITO NEGLI ANNI SESSANTA=
Scritto da Redazione
Sabato 28 Novembre 2020 12:55
DA CONSUMATORI SOVRANI A CITTADINI
di Mino Magrone
_____________
Ritengo che sia opportuna l’iniziativa della rivista “Sudcritica” di pubblicare il saggio-recensione di Nicola Magrone dal titolo, molto interessante, Il Consumatore sovrano - Tramonto di un mito. L’attualità del tema è evidente, il suo posto - centrale nel dibattito culturale e politico - altrettanto chiaro.
Benché nell’originale copia a stampa non sia indicato l’anno preciso del saggio-recensione di Magrone, esso risale alla fine degli Anni Sessanta.
Magrone prende lo spunto per lo sviluppo delle sue riflessioni dal libro dell’economista russo/statunitense Paul A. Baran intitolato Surplus economico effettivo e potenziale. Da qui, Nicola Magrone avvia tutto un articolato discorso sulla funzione del consumatore nelle nostre economie e assimila, e quasi sovrappone, la funzione solo apparentemente “sovrana” del consumatore alla figura dostoevskijiana dell’uomo del sottosuolo. Assimilazione, secondo me, molto problematica perché, se da un lato l’uomo del sottosuolo è irrazionale e “vomita sulla ragione”, dall’altro il consumatore è sovrano perché con le sue decisioni di spesa iperrazionali determina la migliore, astratta e perfetta formazione dei prezzi, che sono la guida sicura di ogni scelta razionale.
Ultimo aggiornamento Domenica 29 Novembre 2020 11:11
=TI RICORDI DI PIAZZA FONTANA? INCONTRO DI ITALIA GIUSTA=
Scritto da Redazione
Mercoledì 11 Dicembre 2019 11:55
12 dicembre 1969
Nel cinquantesimo anniversario della strage di Piazza Fontana Italia Giusta secondo la Costituzione invita tutti a un incontro per riflettere e discutere
”
Le commemorazioni non sempre consolano, piú spesso inquietano. Da piazza Fontana partí, sí, la tenebrosa stagione del terrorismo e delle stragi, ma di lí iniziò anche il lungo e perverso cammino a colpi di piccone sugli assetti costituzionali sulla strada da nessuno veramente contrastata della trasformazione del nostro Stato e della nostra società in un simulacro di democrazia liberale nelle parole, autoritaria e ormai quasi feudale nelle prassi e finanche nelle leggi (Nicola Magrone, Piazza Fontana Memoria e Verità, “La Gazzetta del Mezzogiorno”, 12 dicembre 2009).
Ultimo aggiornamento Mercoledì 11 Dicembre 2019 14:39
=MODUGNO, UN BILANCIO FINALMENTE LIBERATO DALLO SPETTRO DEL DISSESTO FINANZIARIO=
Scritto da Redazione
Martedì 06 Agosto 2019 09:50
Una nota di Italia Giusta secondo la Costituzione
MODUGNO, IN CONSIGLIO COMUNALE
LA MAGGIORANZA APPROVA IL BILANCIO
L’AMMINISTRAZIONE MAGRONE
LIBERA LA COMUNITA’
DALLO SPETTRO DEL DISSESTO FINANZIARIO
Un bilancio finalmente liberato dallo spettro del dissesto finanziario, grazie al fatto che questa amministrazione ha compiuto, nei quattro anni trascorsi dall’insediamento del Sindaco Magrone, nel giugno 2015, UN’OPERA IMMANE CHE RIMARRÀ NELLA STORIA. Ha infatti liberato i conti del Comune di Modugno dalla pesantissima eredità ricevuta dalle amministrazioni precedenti: nel 2015 il Comune di Modugno era sull’orlo del dissesto finanziario con le CASSE VUOTE, PIGNORAMENTI per 7 milioni di euro e la necessità di pagare continuamente DEBITI FUORI BILANCIO per decine di milioni di euro.
Qualunque altra amministrazione pubblica sarebbe finita in bancarotta. L’amministrazione Magrone no.
Ultimo aggiornamento Mercoledì 01 Maggio 2019 21:20
=I 90 ANNI DI EMANUELE SEVERINO=
Scritto da Redazione
Sabato 23 Marzo 2019 15:12
La verità
che salva
dalla morte
e dal nulla
”
è necessario cacciare la follia del dolore con verità, cioè con un sapere che sta e non si lascia smentire. E questo sapere non può essere nessuna sapienza che il mito ha prodotto e nessuna fede, nemmeno quella che per chi è venuto dopo di me è stata la fede cristiana o la fede nella tecnica del vostro tempo
”
diMino Magrone
___________________________
Il lettore che si accingesse, per la prima volta, a entrare nel “mondo” di Emanuele Severino farebbe bene a cominciare l’incontro da due “interviste impossibili”. La prima con Eschilo, chiesta allo stesso Severino da Giorgio Pressburger e tenutasi nel 2007 nel Teatro Stabile di Trieste. L’altra con Parmenide, chiesta a Severino dal “Corriere della Sera” e pubblicata nel novembre 2010 da Bompiani. Entrambe le “interviste impossibili” sono ora nel volume, edito da Rizzoli nel 2013, col titolo “La potenza dell’errare - Sulla storia dell’Occidente”. Ritornerò su Eschilo e Severino, ma dirò anche di Severino e Parmenide, in conclusione di questo mio articolo.
Quello stesso lettore va avvertito che se di Emanuele Severino s’inizia a leggere un’opera si è fortemente invogliati, poi, ad approfondire e, soprattutto, a seguire un piano di letture per capire più compiutamente il suo complesso e articolato discorso filosofico. C’è stato un lungo momento, per la verità mai cessato, della mia (modesta) riflessione sulle cose di questo mondo, durante il quale la lettura delle opere del pensiero di Severino ha aperto il campo a nuovi approfondimenti anche in economia politica; scienza - quest’ultima - solo apparentemente lontana dalle analisi di Severino ma, come tutte le indagini scientifiche, anch’essa materia della riflessione del nostro filosofo. A quest’ultimo proposito si veda l’intervista di Carla Ravaioli a Severino pubblicata sul quotidiano “il manifesto” nel luglio 2011 (si può leggere a questo link: http://www.zenzero.org/decrescita/2011-07-03-manifesto-severino.pdf).
‘Per non dimenticare’ come si diventa un Paese ufficialmente razzista
”
‘per non dimenticare’. […] ‘per non dimenticare’ che cosa esattamente? Un pezzo di storia concluso e senza esiti? Un dato d’archivio?
[…] si vada alle ‘leggi’ dello Stato autoritario e del razzismo fascista e poi delle ‘benevoli riparazioni’: un cammino francamente ossessionante, scandito da articoli, commi, paragrafi, decreti, regolamenti, circolari. Nulla fu tralasciato perché si smarrisse - prima - la percezione stessa dell’’oggetto’ di tanta legislazione: persone. E perché non si disturbasse più di tanto - dopo - un popolo “in buona fede”: noi.
Ultimo aggiornamento Domenica 27 Gennaio 2019 11:00
REDDITO DI CITTADINANZA E QUOTA 100. IL GOVERNO ALLA PROVA
Scritto da Redazione
Sabato 26 Gennaio 2019 09:06
La carica dei senza reddito
”
Molti critici della manovra del Governo hanno posto l’accento sul fatto che la legge di bilancio incrementa soltanto e semplicemente le “spese correnti” e non quelle in conto capitale. Ciò sottintende il fatto che l’aumento della spesa in consumi (spesa corrente in salari e in stipendi) sia del tutto ininfluente ai fini della crescita economica risolvendosi in una mera operazione di assistenzialismo improduttivo. Ma è proprio così?
”
diMino Magrone
___________________________
Dopo un drammatico iter parlamentare che ha messo a dura prova e a rischio la tenuta democratica delle nostre istituzioni, finalmente il Governo, in un Consiglio dei ministri lampo, ha varato i decreti attuativi dei due provvedimenti più significativi della legge di bilancio per l’anno 2019.
Non è facile esprimere un giudizio sereno e obiettivo sul “reddito di cittadinanza” e la “quota 100” delle pensioni anticipate. Non aiutano molto in tal senso i numerosi commenti dei giornali e delle televisioni. Per lo più sono prese di posizione per schieramenti. Con poca luce di disinteressata ricerca non ideologica.
Se tutto potesse e dovesse verificarsi come afferma la teoria del moltiplicatore, Bruxelles avrebbe torto e l’Italia ragione. Ma la dinamica economica è piena di tante variabili il cui comportamento non è conosciuto e molto spesso è imprevedibile. Solo Bruxelles è depositaria della certezza assoluta di cui si nutrono anche in Italia tutti coloro che sia in economia sia in politica vivono sul “politicamente corretto”.
”
di Mino Magrone
_____________________________
La teoria del “moltiplicatore del reddito” fu parzialmente formulata dall’economista R. F. Kahn e sviluppata e ampliata da J. M. Keynes. E’ stata oggetto di furibondi e accesi dibattiti nel variegato panorama mondiale della teoria economica delle crisi cicliche e dello sviluppo e della crescita del reddito nazionale.
(Sudcritica video - riprese e postproduzione di Alberto Covella)
Il Governo italiano ha risposto alla Commissione europea in merito alla legge di bilancio che non ci saranno modifiche alla manovra di bilancio, nonostante la minaccia dell’avvio di una procedura d’infrazione: “Il programma del governo non cambia, ma c'è la volontà di discutere”, ha detto il ministro dell'economia, Giovanni Tria, al termine dell'Eurogruppo che si è svolto il 19 novembre a Bruxelles. Secondo la Commissione europea, la legge di bilancio approvata dal Governo italiano, oltre a presentare un deficit eccessivo e al di fuori degli accordi (2.4% anziché 1.6% con un incremento dello 0.8%, coperto con ricorso al debito pubblico), fa affidamento, soprattutto, su una stima molto ottimistica (Bruxelles lascia intendere ‘annacquata’) dell’aumento del Pil per il 2019 e il 2020.
Ultimo aggiornamento Lunedì 12 Novembre 2012 23:45
=IN RICORDO DEI BAMBINI DI SAN GIULIANO DI PUGLIA=
Scritto da Redazione
Mercoledì 29 Ottobre 2014 00:43
UCCISI NELLA SCUOLA IL LUOGO DOVE AVREBBERO DOVUTO ESSERE PIU' AL SICURO
“Il problema fu che si tentò di far passare quel terremoto come devastante. Più grande il terremoto, più grande la ricostruzione. Lei ricorderà che mi permisi, allora, di segnalare che sul processo incombeva un “partito della ricostruzione”, scatenando così le ire e le suscettibilità di quanti dalla ricostruzione dilatata e senza regole si attendevano un futuro luminoso; per loro. Il terremoto non fu quello che si voleva rappresentare; colpì un cratere ben definito in un grappolo di paesi attorno a San Giuliano. Anche le parole, però, si dilatarono e il “cratere” divenne area quasi coincidente con tutto il Molise ed oltre. C’è voluta una vera e propria battaglia giudiziaria per approdare alla verità storica degli accadimenti: la scuola non crollo “a causa del terremoto” ma “in occasione del terremoto”; crollò per cause sue strutturali al primo insulto delle scosse. Oggi è questa anche la verità giudiziaria” (Nicola Magrone, intervista 2012).
Ricordiamo qui la tragica vicenda di San Giuliano di Puglia così come è stata ricostruita in un'inchiesta del 2007 di Caterina Stagno e Silvia Tortora, Gli Angeli di San Giuliano, per La Storia siamo noi (Rai Edu).
Vogliamo però anche dedicare uno specialissimo saluto a Pompeo, un piccolino estratto vivo dalle macerie e rimasto per lungo tempo tra la vita e la morte. Oggi è un giovanottone di 20 anni, pieno di coraggio e di voglia di vivere. Nella ricostruzione di Caterina Stagno e Silvia Tortora compare un'intervista a Pompeo, ancora ragazzino. Vogliamo rendere onore a lui e alla sua famiglia, facendolo rivedere com'è oggi, con tutta la sua bellezza e la sua forza, nella intervista fattagli dal giornalista Pino Ciociola nell'agosto scorso.
Ultimo aggiornamento Mercoledì 29 Ottobre 2014 16:30
=QUESTIONI DI RAZZA. A 80 ANNI DALLE LEGGI RAZZIALI FASCISTE=
Scritto da Redazione
Venerdì 03 Agosto 2018 15:19
Il dicibile e l’indicibile.
Meglio fare i forti con i deboli che risolvere i problemi. Il leader leghista, Matteo Salvini, ministro degli Interni e vicepresidente del Consiglio, gioca con le “razze”, a 74 anni dall’eccidio dei Rom ad Auschwitz e a 80 dalla promulgazione delle leggi razziali in Italia.
“Tutti non ci stiamo e dobbiamo fare delle scelte. Dobbiamo decidere se la nostra etnia, se la nostra razza bianca, se la nostra società deve continuare a esistere o se la nostra società deve essere cancellata”.
La dichiarazione è del leghista Attilio Fontana, fu fatta nel gennaio 2018 quando era candidato per il centrodestra alla carica di presidente della Regione Lombardia. Il giorno successivo Fontana spiegò che il suo era stato un lapsus, poi disse che la sua affermazione gli stava facendo guadagnare voti: due mesi dopo vinse le elezioni.
Da quella disgraziata affermazione di Fontana è stato un crescendo di affermazioni disgraziatissime al punto che il Presidente della Repubblica ha ritenuto di dover intervenire:
“Vi è[da parte di chi opera nelle istituzioni politiche - ma anche di chi opera nel giornalismo]il dovere di governare il linguaggio”, ha detto il 26 luglio scorso Sergio Mattarella alla Cerimonia per la consegna del Ventaglio da parte dell’Associazione Stampa Parlamentare” [http://www.quirinale.it/elementi/11846].
A NOVARA PRESIDIO DI “LIBERA” A SCUOLA PER TENER VIVA LA MEMORIA DI PALMINA E DI LEA
Accade nel Liceo delle Scienze Umane “Contessa Tornielli Bellini” dove da alcuni studenti è stato costituito un presidio dell'Associazione contro le mafie dedicato sia alla memoria della testimone di giustizia Lea Garofalo sia alla memoria di Palmina Martinelli. A febbraio scorso l'incontro con Giovanni Gentile e col suo monologo Palmina - amara terra mia, interpretato dall’attrice Barbara Grilli, che racconta con voce forte e parole dure la storia di Palmina, quattordicenne arsa viva nel 1981 a Fasano, in provincia di Brindisi. Ecco come è andata l'intitolazione del presidio, nel racconto dei ragazzi protagonisti.
=25 APRILE 2018. LA DIFESA DELLA COSTITUZIONE CONTINUA E SI RINNOVA=
Scritto da Redazione
Martedì 24 Aprile 2018 08:27
Difendere e applicare la Costituzione italiana:
sta tutta qui la difesa della nostra democrazia
Prima, seconda, terza Repubblica.... Nicola Magrone, sindaco di Modugno, magistrato, presidente del Movimento Italia Giusta secondo la Costituzione, spiega qui perché l'identità di popolo e la difesa dei diritti e della democrazia contro le involuzioni e le alchimie di potere resta ancorata alla nostra Carta costituzionale.
E’un intervento del 2012: lo riproponiamo oggi, in un 25 aprile ancora una volta dilaniato dalle polemiche. Perché si ricordi che per governare uno Stato (o amministrare una città o una regione) è opportuno anche indicare valori, rinsaldare quel patto di cittadinanza che crea una comunità: un grumo di bisogni e d'interessi materiali e nello stesso tempo di sogni, passioni e aspirazioni comuni, l'affermazione di diritti e contemporaneamente di doveri civici accolti con consapevolezza e con rispetto.
In estrema sintesi, è necessaria la difesa strenua e la pervicace applicazione della Costituzione italiana.
Riprese e postproduzione di Alberto Covella per Italia Giusta/Sudcritica.
Per ricordare, nel 25/o anniversario della morte, don Tonino Bello, profeta dei nostri tempi.
Pubblichiamo qui oggi il video di un incontro tenuto a Mola di Bari il 16 ottobre 2013 da Nicola Magrone con la giornalista Annamaria Minunno e con don Gianni De Robertis e Guglielmo Minervini, che era allora assessore della Regione Puglia e che è scomparso circa un anno e mezzo fa. L'occasione dell'incontro fu la presentazione di un libro che, nel ventennale della morte di don Tonino Bello, le edizioni 'La Meridiana' pubblicarono, su concessione gratuita della fondazione onlus Popoli & Costituzioni: “La coscienza e il potere. Conversazione con Nicola Magrone, Guglielmo Minervini e Clara Zagaria”, una conversazone con don Tonino Bello del 1992, pubblicata per la prima volta sulla rivista Sudcritica.
Una conversazione che fornisce diverse risposte ai bisogni dei tempi nostri, tempi di cambiamento, tempi in cui bisogna recuperare la speranza. “Le lotte più feroci - afferma don Tonino Bello - le fanno tante persone di potere non per raggiungere il potere, ma per conservarlo. La conservazione del potere provoca più sangue di quanto non comporti la conquista del potere. Bisogna costantemente avere questa capacità critica per sapersi estraniare dalla struttura, per saperne uscire”
Il volume è la trascrizione della conversazione avvenuta in episcopio, nel marzo 1992, un anno prima della morte del vescovo di Molfetta, una conversazione intorno a Ignazio Silone, che si svolse in particolare tra il vescovo e il magistrato: don Tonino e Nicola Magrone si confrontano sul rapporto tra il potere e la ‘struttura’, sul rigore a cui la coscienza non può sottrarsi, a partire da alcune sollecitazioni di Silone. È a partire dai nodi della riflessione siloniana che don Tonino giunge ad affrontare nodi centrali verso cui il cristiano (e in particolare il politico cristiano) non può arretrare: il ruolo e il servizio, la libertà e l’obbedienza, il dogma e la fede, la conservazione e il cambiamento, la verità e la carità. In sintesi, la coscienza e il potere. Un'occasione per raccontare la solitudine, anzi la clandestinità, all'interno della struttura nella quale si è riposta la propria fiducia. La speranza nel patto tra deboli, se non per rovesciare il potere almeno per attenuarne l'abuso. Tornare alle origini di don Tonino Bello è, per noi, anche tornare alle origini del nostro popolo, cioè la Costituzione.
“Affido al testo che pubblichiamo il mio affetto e la mia solitaria e mai celebrata ammirazione per don Tonino uomo; se volete, per quanto a me è possibile (ma a quelli come me che non vagano per sagrestie e per segreterie, forse è “più possibile”), per don Tonino vescovo. Può darsi che nei molti ‘eredi’ di don Tonino si risvegli l’orgoglio della libertà e della dignità del pensiero e dell’azione, e che essi si sentano e si facciano, nell’inverecondo gioco delle parti e delle apparenze, meno ‘eredi’, magari per pudore."
[dall’Introduzione di Nicola Magrone alla prima edizione apparsa sulla rivista Sudcritica del febbraio1994]
==MARIO MARANGI, PER L'EXTRAVERGINE DI PUGLIA 'CREARE RETE' TRA I PRODUTTORI=Le difficoltà ma anche le grandi opportunità dei produttori oleari che puntano all'innovazione e alla qualità, in Puglia come a Modugno.
Investire nell'olivicoltura significa anche valorizzare il territorio e il tessuto sociale.
Ecco le sfide che affrontiamo noi giovani imprenditori agricoli.
[v.in Sudcritica Modugno]
Sudcritica Flash
=IL COMUNE DI MODUGNO ABBATTE IL 'MURO'. LO ACQUISTO' COME OPERA D'ARTE, LO DISTRUGGE COME BAGNO FATISCENTE=
di Francesca Di Ciaula.Il 2 febbraio scorso, in piazza Romita Vescovo, un tempo adibita a mercato del pesce, sono iniziati i lavori di demolizione della parete adiacente ai bagni pubblici.
La motivazione è presto detta: sicurezza e salvaguardia della pubblica incolumità, fatiscenza delle strutture. Il tutto per una spesa di 35 000,00 €.
La parete ricoperta di marmo nero, fu costruita a ridosso della chiesa seicentesca delle Monacelle in pieno centro storico, per nascondere un bagno pubblico, alla vista di chi sostava nella piazzetta. Una visione dai contrasti indicibili. Un monolite scuro e dietro la parete chiara dell'antica chiesetta. L'antico e il nuovo, maldestro tentativo di dare dignità al piastrellato che ha invaso il paese, eppure opera pubblica. La modernità imposta per capriccio o arbitrio, il marmo contro la pietra povera antica. Oggi ulteriore denaro pubblico è stato impiegato per distruggere quel manufatto a nessuno mai piaciuto per la sua manifesta volgarità.
[v.leggi tutto in Sudcritica Modugno]
Sudcritica Flash
=ITALIA GIUSTA, IL COMUNE DI MODUGNO BLOCCHI LO 'SFRATTO' DELL’ISTITUTO DEL NASTRO AZZURRO=
di Tina Luciano.
Il movimento Italia Giusta secondo la Costituzione sollecita il Commissario prefettizio a Modugno perché blocchi lo ‘sfratto’ dell’Istituto Nastro Azzurro fino a quando sarà pronta la nuova sede ad esso destinata, in locali comunali che oggi ospitano i Servizi sociali.Il Museo e le Associazioni combattentistiche raccolte nell’Istituto custodiscono oggi le poche tracce esistenti di una memoria collettiva di Modugno, perse le quali va definitivamente in frantumi l’identità dell’intera città.
Un luogo della memoria va protetto e tutelato: insistere nel volerlo ‘sfrattare’ ha il sapore iconoclasta della provocazione, del voler far apparire come insensibile al bene pubblico una pubblica amministrazione che deve invece avere a cuore unicamente le esigenze sociali.
[v.anche in Sudcritica Modugno]
I SEMINARI DI ITALIA GIUSTA
=CONSUMO DI SUOLO E COMUNITA' SENZA IDENTITA'. INCONTRO CON GIUSEPPE MILANO=
Il 23 gennaio 2015. Sono intervenuti Pasquale De Santis e Nicola Magrone."Contro il mostruoso consumo di suolo in tutta Italia, serve una mobilitazione dei cittadini, una coscientizzazione che ci faccia capire che la cementificazione costante ha un forte impatto sociale, significa alienazione, perdita di coesione della comunità, significa che non esiste più un'identità delle nostre città. Sentiamo spesso dire che si vuole 'costruire il futuro': ma lo si dice a vuoto, mentre si perpetuano questi atteggiamenti di noncuranza e di malapolitica. Costruire il futuro significa cominciare a far le cose per bene ogni giorno nelle nostre città. Quel che è successo a Modugno lo sapete voi, non ho titolo per parlarne ma parlano i fatti. Basta col dire che edilizia e urbanistica vanno visti come motore dello sviluppo, se poi sappiamo che servono per creare solo lo sviluppo di pochi... basta!"
Riprese video di A.Covella per Italia Giusta/Sudcritica
[v.anche in Sudcritica Modugno]
=DISCUSSIONI=
=SOVRANITA' NAZIONALE MONETARIA E DEBITO PUBBLICO=
=PROTEZIONE CIVILE, INCONTRO CON GIUSEPPE DI CIAULA=
Il 9 gennaio 2015. Coordinamento, formazione, esercitazioni, sicurezza sono i cardini di una buona protezione civile.Fondamentale un piano dettagliato di intervento, con volontari professionali i quali - quando dovessero verificarsi emergenze - sanno che fare ma non usurpano i compiti dei professionisti. Partecipano il presidente di Italia Giusta secondo la Costituzione, Pasquale De Santis, e Francesca Di Ciaula, della segreteria del movimento.
Riprese video di A.Covella per Italia Giusta/Sudcritica
[v.anche in Sudcritica Modugno]
I SEMINARI DI ITALIA GIUSTA
=PROTEZIONE CIVILE, INCONTRO CON WILLIAM FORMICOLA=
Il 12 dicembre 2014, su ''Stato di salute del territorio italiano e ruolo della protezione civile''.Al centro dell'intervento, le azioni che gli amministratori devono compiere per prevenire, e per intervenire nel verificarsi di emergenze; gli effetti della mano dell'uomo sull'aggravamento dei rischi, i pericoli legati al consumo del territorio e al costruire senza regole. E' intervenuto il presidente di Italia Giusta, Pasquale De Santis.
Riprese video di A.Covella per Italia Giusta/Sudcritica
[in Sudcritica Modugno]
=POLITICA E CONSENSO=
=LA POLITICA DELLE LOCUSTE=
” se si vuole tentare un recupero delle regole che tutelino tutti, bisognerà scontentare i gruppetti di interesse che si concentrano come locuste intorno al patrimonio pubblico
=CULTURA, SCUOLA E TERRITORIO E LA 'NUOVA' FIERA DEL CROCIFISSO A MODUGNO=
Per i Seminari di Italia Giusta secondo la Costituzione, incontro - il 21 novembre 2014 - col musicista dei Radiodervish Michele Lobaccaro e con Francesca Di Ciaula e Valentina Longo. Su politiche culturali a Modugno, sul successo della 'nuova' Fiera del Crocifisso inaugurata con l'amministrazione Magrone e sull'importanza delle relazioni tra scuola e territorio.
=ECONOMIA E UE. CI VORREBBE KEYNES MA E' TROPPO DI SINISTRA=
” Ilquadro macroeconomico dell’Europa dovrebbe suggerire la ripresa di politiche economiche poggiate sulle argomentazioni della cosiddetta sintesi postkeynesiana. Invece, ciò è ancora molto lontano dall’essere preso in considerazione dalle istituzioni europee
=LE SCELTE FISCALI DELLA GIUNTA MAGRONE PER PROTEGGERE I CETI MENO ABBIENTI=
Incontro con Dino Banchino.
Per i seminari di Italia Giusta secondo la Costituzione, incontro con l'assessore al Bilancio dell'amministrazione comunale di Modugno guidata da Nicola Magrone.Banchino ha parlato delle scelte fiscali fatte dalla giunta, tutte improntate all'art.53 della Costituzione italiana, per il quale il sistema tributario nel nostro Paese "è informato a criteri di progressività”.
Per questo, per il 2014 a Modugno non si è pagata la TASI, preferendo scaricare il peso maggiore della contribuzione dei cittadini sull'Irpef. Sono intervenuti Pasquale De Santis, presidente di Italia Giusta secondo la Costituzione, e Nicola Magrone.
[Leggi tutto in Sudcritica Modugno]
I SEMINARI DI ITALIA GIUSTA
=MODUGNO, LA GIUNTA MAGRONE E L'AIUTO AI PIU' DEBOLI=
Incontro con Rosa Scardigno
Per i seminari di Italia Giusta secondo la Costituzione, incontro con l'assessore ai servizi sociali dell'amministrazione comunale di Modugno guidata da Nicola Magrone.Al centro dell'intervento dell'assessore, gli sforzi per ricostituire servizi disastrati (Ufficio di Piano, in primis), le necessità cui assolvere senza arbitrio, la descrizione di un lavoro interrotto a poco più di un anno dall'insediamento, quando avrebbe potuto dare aiuti più congrui.
[Leggi tutto in Sudcritica Modugno]
=DISCUSSIONI=
=MODUGNO. CON ITALIA GIUSTA PER ROMPERE L'AGGLOMERATO DI POTERE=
” Da queste parti smuovere la stagnazione di poteri è stato un azzardo ed una sceltacoraggiosa. E tuttavia la dimostrazione che un movimento possa spezzare un meccanismo consolidato c'è stata. [...] Che si possano tentare scelte politiche limpide e nette, l'esperienza amministrativa modugnese ce lo insegna
=MODUGNO, LA NUOVA FIERA DEL CROCIFISSO=
Incontro con Tina Luciano -
"Queste sono le ragioni e le modalità della nuova configurazione della Fiera del Crocifisso......da un lato riannodare i fili con il centro della città, dall’altro garantire la sicurezza in un sito che, oltre ad essere isolato non garantiva nemmeno l’incolumità dei visitatori".
[Leggi tutto in Sudcritica Modugno]
=I LUOGHI=
=BORGO TACCONE. STORIA PICCOLA DEL SUD=
”
Borgo Taccone è questo luogo dell'assenza, una storia mancata di insediamenti rurali. Eppure non riesci ad individuare la parola fine a questa storia. Il borgo intero sembra piuttosto un racconto interrotto.
“Un sovrapporsi geometrico di parallelepipedi e poliedri, spigoli e lati di case, di qua e di là, tetti, finestre, muri ciechi per servitù contigue con solo i finestrini smerigliati dei gabinetti uno sopra l’altro”.
=CRISI. PER SALVARE L'EUROPA BASTEREBBE SVEGLIARE IL GIGANTE=
” Una modesta frazione di questo gigante finanziario narcotizzato e costretto a stare improduttivo può, purché l’Europa e la Germania lo vogliano, finanziare opere e interventi comuni di sviluppo e crescita dell’occupazione di lavoratori in Italia ed in Europa
” Questo, il sindaco di Modugno, Nicola Magrone, ha insegnato nel primo anno di amministrazione a chi ha voluto comprendere: a essere chiari, a pronunciare il nome delle cose senza timore, pubblicamente, non in cenacoli all’ombra di qualche interesse che non fosse quello di tutti i cittadini.
=GUASTO A PASSAGGIO A LIVELLO MODUGNO. IL SINDACO, SITUAZIONE ASSURDA CHE SI RIPETE= 5 aprile 2014 - Dice Nicola Magrone: "Prendero' le opportune iniziative per l'attuazione puntuale di intese precise sui compiti i di Fal e Rete Ferroviaria Italiana. Quello che serve e' scongiurare ulteriori situazioni di grave pericolo".[Leggi tutto in Sudcritica Modugno]
=DISCUSSIONI=
=“La grande bellezza”?=
” Finché continua l’umana avventura in questa valle, ci sarà scienza, arte, religione e l’apocalisse del pensiero lasciamola ai meno dotati. Non ci riguarda.
” l’Europa solidifica interessi preminenti anche sottraendo ai Paesi a sovranità nazionale le tradizioni politiche e i documenti storici d’identità. L’Italia è in prima fila con la cessione della Costituzione e la fiammata di follia collettiva del cambiamento a tutti i costi, soprattutto in peggio
=RACCOLTA DIFFERENZIATA A MODUGNO, SUDCRITICA INTERVISTA L'ASSESSORE = 17 marzo 2014 - Puoi seguire l'intervista anche alla pagina di Sudcritica Modugno.Tra breve, finalmente, anche a Modugno (e per l'intero Aro del quale Modugno è capofila) ci sarà un bando di gara per una vera raccolta differenziata. Con l'aiuto e la collaborazione di tutti i cittadini dovrà portare al traguardo 'rifiuti zero'. L'assessore comunale Tina Luciano spiega a Sudcritica come accadrà.
Riprese e post produzione di Alberto Covella
Per discutere con il Movimento Italia Giusta secondo la Costituzione, questi gli indirizzi:
sede: via X marzo 88 - 70026 MODUGNO
posta elettronica: [email protected] [email protected]
rivista: www.sudcritica.it
“a mio avviso il nostro “marxismo” altro non è stato che riformismo piccolo borghese, nemmeno socialdemocratico”
Il 15 giugno del 1975 Pasolini scriveva, dopo le effimere vittorie delle sinistre, che “l’Italia è nel suo insieme ormai un Paese spoliticizzato, un corpo morto i cui riflessi non sono che meccanici. L’Italia cioè non sta vivendo altro che un processo di adattamento alla propria degradazione”.
MAGRONE, PALMINA E LE SUE PAROLE HANNO CAMBIATO LA MIA VITA
Casacalenda, 16 novembre 2013 - intervista di Maurizio Cavaliere. Magrone ricorda il giorno in cui palmina martinelli gli parlò in punto di morte, rivelandogli i nomi dei suoi aguzzini. La 14enne di fasano morì data alle fiamme nel novembre 1981, si era rifiutata di prostituirsi.
IL POTERE, LA LEGGE, LA COSCIENZA
Don Tonino Bello ricordato dal sindaco di Modugno, Nicola Magrone, a Mola di Bari, il 16 ottobre 2013, con l'assessore regionale Guglielmo Minervini e don Gianni De Robertis.La speranza nel patto tra deboli, se non per rovesciare il potere almeno per attenuarne l'abuso. Tornare alle origini di don Tonino Bello è tornare alle origini del nostro popolo, cioè la Costituzione. Secondo il sindaco di Modugno, oggi la costituzione non deve essere modificata.
cronache dall'interno
=IL SINDACO DI MODUGNO NICOLA MAGRONE E LA SUA GIUNTA INCONTRANO I CITTADINI=
26 settembre 2013 - Filmato integrale dell'incontroPer la prima volta nella vita amministrativa di Modugno, l’amministrazione parla con i cittadini in un incontro pubblico.
Riprese e post produzione di Alberto Covella
Per discutere con il Movimento Italia Giusta secondo la Costituzione, questi gli indirizzi:
sede: via X marzo 88 - 70026 MODUGNO
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