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Scritto da Redazione   
Sabato 21 Gennaio 2012 17:48

[la prima parte è stata pubblicata il 21 gennaio 2012]

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taranto

 

 

 

 

 

CHE COSA CI HA LASCIATO

DON VERZE’
 

 

 

 

Don Verzè, dunque, se n’è andato lasciando il San Raffaele di Milano nelle mani di giudici e di curatori fallimentari e il San Raffaele del Mediterraneo nelle mani del Presidente della Regione Puglia Nichi Vendola. Intorno al progettato Ospedale San Raffaele del Mediterraneo ma non solo, le manifestazioni di reciproca ammirazione di don Verzè e Vendola si sprecarono.
 

Eccone un breve campionario:
 

UN FONDO DI SANTITA’”
 

Luigi Verzé: «Io credo alla santità dell'uomo. E sia Berlusconi sia Vendola possiedono un fondo di santità».
Nichi Vendola: «Finalmente potremmo risarcire Taranto dei tanti danni e dei tanti dolori che ha dovuto sopportare per anni e farlo sotto l'egida del San Raffaele di don Luigi Maria Verzé è un motivo di orgoglio non solo mio personale ma per l'intera comunità tarantina».
 

 

BERLUSCONI E' ENTUSIASTA DI VENDOLA
 

"Vengo in Puglia perché terra di un sant'uomo come Motolese - dice don Verzé - e per trovare un amico: Vendola. Che è persona trasparente, emerge per quello che è, non per quello che vorrebbe apparire. Questo gli da entusiasmo. Nichi, fossero come te tutti i politici. Non dovrei parlare di politica ma ve lo confesso: Silvio Berlusconi è entusiasta di Vendola". [La Gazzetta del Mezzogiorno, 16 febbraio 2010]

SE TI BOCCIANO I PUGLIESI, TI ELEGGO IO"
 

TARANTO - «Se i pugliesi non ti rieleggono, ti nomino presidente del San Raffaele del Mediterraneao». Dinanzi ai rappresentanti della comunità pugliese a Milano, don Luigi Verzé, fondatore del San Raffaele, si rivolge a Nichi Vendola, presidente della Regione Puglia. Ma non è tutto. Aggiunge: «Il 14 marzo dell'anno prossimo compirò novant'anni e mi piacerebbe mettere la prima pietra del San Raffaele del Mediterraneo». E' una giornata particolare. Nella sala Consiglio del San Raffaele milanese si illustra il plastico del progetto tarantino. Vendola coglie la palla al balzo e replica a don Luigi che «non solo la prima pietra, ma anche l'inaugurazione faremo insieme. E' un sogno che fa parte di tutta la Puglia». E' il viatico beneaugurante fatto all'impresa messa in piedi da don Luigi Verzé di realizzare anche a Taranto, dopo averlo promesso a monsignor Guglielmo Motolese, un gemello del San Raffaele milanese. Non certo nelle dimensioni, ma nell'organizzazione e nell'efficienza. Il consigliere regionale Michele Pelillo ascolta e conferma. «Non è difficile stare in questi tempi - conferma - perché entro la fine di novembre contiamo alla Regione di chiudere l'iter propedeutico del progetto. La fase di ascolto con le associazioni, gli ordini professionali e le istituzioni si concluderà entro qualche giorno e per marzo non è impossibile accontentare don Verzé». Sorgerà al quartiere Paolo Sesto, avrà sei dipartimenti, 572 posti letto e sarà collegato all'Università. Farà assistenza di grande qualità, ricerca e formazione. Avrà, come la sede milanese, la «Cupola ». E' l'ultima creazione architettonica del San Raffaele, una costruzione di grande simbolismo dalla cui sommità cala la doppia elica del Dna che sfiora il grandissimo spazio aperto ai sei piani della facoltà di Medicina, Psicologia e Filosofia. Come un grande ciborio su cui gli studenti e i professori possono affacciarsi per discutere e confrontarsi. Uguale cupola caratterizzerà anche la costruzione tarantina. «Applicheremo la stessa filosofia adottata qui a Milano - dice l'architetto Francesco Broggi - ci saranno i padiglioni per l'assistenza e l'accoglienza, lo spazio per la ricerca e la formazione, tutto affogato nel verde. Sul terreno si alzeranno collinette verdi a forma di ziggurat nel cui ventre costruiremo le strutture per il funzionamento dell'ospedale».
Qui a Milano le statistiche chiariscono le dimensioni dell'attività svolta dalla creatura di don Luigi Verzé: 3739 dipendenti, 54770 ricoveri l'anno, 1397 posti letto, 24 mila interventi chirurgici, quasi otto milioni tra prestazioni ambulatoriali e esami di laboratorio, 61700 accessi al pron¬to soccorso. Il San Raffaele del Mediterraneo avrà 320 medici, 1316 dipendenti come personale non laureato per una forza lavo¬ro complessiva di 1636 persone. L'occupazione, è stato ripetuto anche ieri da Vito Santoro, direttore generale della Cittadella della Carità di Taranto gestita dal San Raffaele non subirà contraccolpi. L'ospedale avrà un rango universitario e costituirà il supporto tecnico-didattico della facoltà di Medicina che l'università di Bari attiverà non appena si creeranno le condizioni. Al San Raffaele di Milano, e alla Facoltà medica collegata, sono iscritti 1860 studenti e 285 specializzandi." [Cesare Bechis, Corriere della Sera, 23 ottobre 2009]
 

"DON VERZE’: VOTATE NICHI"
 

BARI - Il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, il sindaco di Taranto, Ippazio Stefano e una rappresentanza del consiglio comunale tarantino hanno compiuto oggi una visita nell'ospedale San Raffaele di Milano. Ne dà notizia un comunicato della Regione. A Taranto entro tre anni sarà realizzato l'ospedale San Raffaele del Mediterraneo "sul modello" di quello ambrosiano.
La delegazione - è detto - accolta tra gli altri dal presidente e fondatore della struttura, don Luigi Verzé, ha voluto "conoscere da vicino la realtà sanitaria, esempio di eccellenza nella sanità italiana e internazionale e unica struttura in Italia capace di integrare didattica, clinica e ricerca". "In circa 36 mesi - ricorda la Regione - sorgerà un polo ospedaliero guidato da una Fondazione mista pubblico-privata appositamente creata: la Fondazione 'San Raffaele del Mediterraneo', costituita da Regione Puglia, Asl di Taranto e Fondazione San Raffaele del Monte Tabor. Nel nuovo ospedale confluiranno le attività degli attuali presidi ospedalieri pubblici di Taranto, SS.Annunziata e del S.G.Moscati".
La nuova struttura ospiterà "circa 570 letti, di cui almeno il 10% dedicati alla degenza in regime diurno e 'day surgery'. Sarà sviluppata in base all'evoluzione dei bisogni della popolazione, e prevederà la realizzazione di alcuni dipartimenti: medico, chirurgico, cardio-toraco-vascolare, distretto testa-collo e neuroscienze, materno-infantile e post-acuzie".
"Questo incontro ravvicinato con le eccellenze del San Raffaele - ha sottolineato Vendola - mi ha dato conferma della bontà del progetto del polo di ricerca, didattica e cura del Mediterraneo che la Regione Puglia è in procinto di realizzare a Taranto. Oggi è una giornata per me molto bella e significativa. Finalmente potremmo risarcire Taranto dei tanti danni e dei tanti dolori che ha dovuto sopportare per anni e farlo sotto l'egida del San Raffaele di don Luigi Maria Verzé è un motivo di orgoglio non solo mio personale ma per l'intera comunità tarantina".
Se fosse pugliese Don Luigi Verzé voterebbe Nichi Vendola. «Un uomo di grandissimo valore, di grandissima cultura, in grado di trasmettere idee e calore. Tutti segni del carisma che il Signore gli ha dato», così dice il sacerdote fondatore del San Raffaele a proposito del presidente della Regione Puglia.
«Lo dovete eleggere ancora presidente della Regione Puglia. Almeno per altri 5 o 10 anni», ha detto Don Verzé alla platea di pugliesi in visita nella sua struttura milanese. «Volete il San Raffaele a Taranto? Allora fate votare Vendola! La mia non è propaganda, non c'entrano destra e sinistra, io sono per l'idea. E l'idea è l'uomo, il valore dell'uomo e la sua santità», afferma Don Verzé.
«Anche Berlusconi mi ha detto che stima molto Vendola - continua il sacerdote - ritiene che sia una persona per bene». Per Don Verzé non c'è nessuna contraddizione: «Io credo alla santità dell'uomo. E sia Berlusconi sia Vendola possiedono un fondo di santità». E fa una promessa: «Se i pugliesi non saranno così illuminati da rieleggerti - ha detto rivolto allo stesso Vendola - io ti nominerò comunque presidente del San Raffaele del Mediterraneo»" [La Gazzetta del mezzogiorno, 24 ottobre 2009]
 

IL SAN RAFFAELE SI AFFACCIA SUL MEDITERRANEO
 

La vicenda è complicata. Cerca di metterla “in ordine”  www.siderlandia.it  
 

“  Lo strano caso San Raffaele del Mediterraneo
L’approdo (mancato?) dei manager di Dio all’ombra dei Due Mari [di Gaetano De Monte]
C’è un premio che il governatore della Puglia, Nichi Vendola forse non ritirerà mai. Il “cedro d’oro”, il prestigioso premio che ogni anno viene consegnato a personalità che, in ambito istituzionale, politico, giornalistico e volontaristico, si sono distinte maggiormente per la sensibilità umana e per l’esempio e il contributo che hanno dato nella quotidiana lotta contro il cancro; fu attribuito al “leader maximo pugliese” nel 2008, per la sua attenzione al mondo del volontariato. Il 30 marzo dello stesso anno, durante la giornata nazionale del malato oncologico avviene il rito di premiazione, a Milano, nella sede del San Raffaele del Mediterraneo. Tra i premiati Silvio Berlusconi e Salvatore Ligresti. Don Luigi Verzè, padre padrone indiscusso del San Raffaele, quella struttura che è che una fortezza minimale nell’aspetto, ma gotica nell’essenza, di cui solo lui, “il manager di Dio” è il vero architetto e il custode di ogni segreto, durante la premiazione dichiara: “Proprio ieri ho sentito il presidente della Puglia al telefono e sono rimasto d’accordo con lui che il premio glielo consegnerò di persona al momento della posa della prima pietra a Taranto. Perché è lì che faremo un grande ospedale. Perché bisogna finirla con questo pellegrinaggio doloroso dal Sud al Nord”. Ma a quale struttura si riferiva Don Verzè, un uomo certamente generoso, come tutti quelli che parlano di tasca altrui? Al progetto dell’ospedale avveniristico da costruire nel quartiere Paolo VI della Città dei Due Mari, e che invece,  giorno dopo giorno, ora dopo ora, precipita in un sogno politico e ospedaliero rattrappito, che fatica ad essere oggetto quasi vero, la cui posa della prima pietra è già stata rinviata per ben due volte. E che probabilmente sarà rimandata per sempre. Una storia complessa e misteriosa quella del ”San Raffaele del Mediterraneo”. La storia di un ospedale privato e dell’amore tra un governatore comunista ed un prete faccendiere. Una storia di speculazioni edilizie. Di conflitti d’interesse. E di soldi, tanti soldi. Una storia di cui scriviamo senza pregiudizi, semplicemente mettendo in fila i fatti. Per raccontarveli e per lasciarvi giudicare.
Una storia che inizia ufficialmente il 30 Novembre del 2009 sul lungomare di Bari. E’qui, negli uffici della Regione Puglia, in via Nazario Sauro, al civico 47, che si appone la firma dell’accordo di programma concernente la costruzione dell’ospedale San Raffaele Del Mediterraneo. E’qui che viene siglato il protocollo sottoscritto da Regione Puglia, Asl Taranto, Comune di Taranto, Fondazione Centro San Raffaele del Monte Tabor. L’accordo prevede “che la Regione deve reperire i finanziamenti ed assumere l’accordo di programma con Decreto del Presidente della Giunta regionale per rendere efficienti le varianti urbanistiche; che il Comune di Taranto deve approvare gli atti utili alle varianti urbanistiche, stipulare con i rappresentanti di Fintecna Immobiliare srl un protocollo in cui vengono definiti: i contenuti della variante urbanistica con il trasferimento delle volumetrie di pertinenza di Fintecna Immobiliare srl con relative nuove destinazioni d’uso, su altre aree di proprietà della stessa Finanziaria, legata a Finmeccanica, e controllata dal Ministero dell’Economia, situate a Nord del quartiere Paolo VI. Che l’Asl debba offrire sostegno tecnico- amministrativo ai firmatari dell’Accordo di programma.
Si dice in sostanza, che Fintecna Immobiliare srl cede al Comune di Taranto suoli di sua proprietà, 32 ettari, (di cui venti adiacenti la Cittadella della Carità), localizzati nel Quartiere Paolo VI. Nella zona dove sorgerà l’ospedale. In cambio ottiene però di poter realizzare interventi edilizi trasferendo la volumetria prevista su altre zone possedute dalla stessa Fintecna, poste a Nord e ad Ovest del Quartiere. Ottenendo, così è stato stimato, una maggiore percentuale di volume residenziale pari a circa 250 appartamenti. Ed offrendo a compensazione al Comune di Taranto, la costruzione di un’area di verde attrezzata. Impegnandosi per una spesa di 450 mila euro! Una speculazione edilizia vera e propria! Ai danni dei cittadini. Certificata il giorno 11 gennaio 2010, dalla presa d’atto da parte del Consiglio Comunale di Taranto dell’accordo di programma che approva la variante urbanistica per le aree di proprietà comunale e per quelle della società Fintecna Immobiliare srl, destinate alla realizzazione del Nuovo Ospedale San Raffaele del Mediterraneo e del Polo Tecnologico e Scientifico. Con il voto favorevole di 27 consiglieri su 33 presenti, si darà vita al “Sacco di Taranto”. Voteranno contro Basile, Lo Martire, Pugliese e Voccoli. Si asterranno Vietri e Castellaneta. Quella della variante è già la prima “stranezza” di questa storia. Ma vediamo le altre. E il ruolo degli attori parte della questione.
Che fa la Regione? “Caccia li sordi”, si dice dalle parti del Tevere. Ma quanti? Si ipotizza una dotazione pari a 120 milioni di euro, prelevati dalla dotazione finanziaria del Programma regionale attuativo Fas 2007-2013 (il Fondo aree sottosviluppate). E sottoscrive intanto, il 27 maggio 2010, nei locali della Cittadella della Carità, l’atto costitutivo della fondazione San Raffaele del Mediterraneo. Firmano: Nichi Vendola per la Regione Puglia; Domenico Colasanto, commissario straordinario per l’Asl Ta, in attesa che si nomini il direttore generale; Vito Santoro in rappresentanza della cupola in vetro del San Raffaele, quel cupolone che ospita l’università di don Verzè nel quartiere Olgettina e i laboratori del dipartimento di medicina molecolare. Oggetto della neonata fondazione saranno: 1) le attività di assistenza sanitaria nelle diverse forme di prevenzione, diagnosi, cura e riabilitazione; 2) l’acquisizione dai soggetti pubblici e privati delle risorse finanziarie e dei beni necessari per lo svolgimento della missione socio sanitaria. In particolare è compito della neonata Fondazione, in presenza dell’apporto di denaro pubblico, realizzare il progetto di costruzione e di gestione del nuovo Ospedale che sostituirà gli ospedali pubblici presenti in terra ionica, il S.S. Annunziata e il Giuseppe Moscati a Grottaglie. La nascita della Fondazione, ed in particolare la vicenda del suo consiglio di amministrazione, in cui sono presenti cinque membri - tre nominati dalle Regione e due dalla fondazione Monte Tabor - hanno suscitato non poche perplessità. Uno strumento politico e giuridico non chiaro: così come non è chiaro il perché dell’assenza dell’Asl e del Comune nel consiglio di amministrazione della fondazione, nonostante i soldi pubblici stanziati per “la magnifica struttura” e le aree regalate dal Comune per far nascere il nuovo ospedale. Motivi di inopportunità politica sicuramente, ma anche di ordine giuridico, visto che la stessa “fondazione madre” non potrebbe sedere nel Consiglio di amministrazione della Fondazione San Raffaele del Mediterraneo, stante che non è un’organizzazione no-profit, come si usa far credere, ma un’organizzazione che svolge attività commerciale, così come stabilito da una sentenza del Consiglio di Stato: ”Esercita attività di carattere imprenditoriale nel settore sanitario e offre prestazioni sanitarie in favore degli utenti del servizio sanitario nazionale ottenendone il rimborso dalla regione. Il fatto che non persegua utili o che gli utili siano reinvestiti nell’attività non esclude che essa svolga attività di carattere economica con modalità tali da consentire di permanere sul mercato e di concorrere con altre strutture, Enti o società commerciali che operano nello stesso settore. Pertanto la Fondazione è soggetta a gara pubblica”.
Motivi di inopportunità politica, dunque, e di ordine giuridico, soprattutto, che sono alla base di un ricorso straordinario presentato il 20 agosto 2010 dall’avvocato Nicola Russo, coordinatore dell’associazione Taranto Futura, al Capo dello Stato, con cui si chiede l’annullamento dell’operazione San Raffaele del Mediterraneo e la sospensione degli atti deliberativi. Il comitato sostiene l’illegittimità dei provvedimenti sostenendo la violazione e la falsa applicazione di decreti legislativi in materia di libera prestazione di servizi, la violazione del principio di libera concorrenza, di non discriminazione, di trasparenza e di parità di  trattamento. E la violazione del principio costituzionale (articolo 97 della Costituzione) del buon andamento amministrativo e di imparzialità. Si contesta infine la violazione dell’articolo 9 bis del decreto legislativo numero 502/92, poichè la Regione Puglia e l’Asl Taranto avrebbero dato vita alla costituzione della Fondazione San Raffaele del Mediterraneo permettendo illegittimamente l’ingresso all’interno di detto organismo della Fondazione Centro San Raffaele del Monte Tabor di Milano, pur non essendo quest’ultima un’organizzazione onlus.
Più o meno negli stessi giorni, invece, l’8 agosto 2010, la Giunta pugliese deliberava quanto segue: “Fas2007-2013. Avvio anticipato del programma Asse 3-Azione cardine struttura ospedaliera nella città di Taranto”. Per la realizzazione Ospedale San Raffaele del Mediterraneo si approntano 120 milioni di euro. In seguito presidente e giunta regionale assegnano formalmente 60 milioni di euro al “Progetto San Raffaele”.
Ad oggi, 27 Novembre 2011, i 60 milioni stanziati giacciono depositati nelle casse di Banca Intesa, tesoriere della Regione Puglia e Istituto di Credito più esposto nella vicenda debitoria del Gruppo San Raffaele meneghino. Già, perché nel frattempo nell’ultimo anno si è scoperta una voragine di debiti che ha travolto il gruppo fondato quarantadue anni fa da Don Verzè. Il quale ha pensato bene di affidarsi agli specialisti della finanza. In primis a Carlo Salvatori, 69 anni, già al vertice di Intesa, Banca di Roma Unicredit e da ultimo Unipol, banchiere cattolico simpatizzante per l’Opus Dei, il quale sta studiando un piano di ristrutturazione societaria, organizzativa e finanziaria. Ma di fatto è il Vaticano che detiene ora le redini del San Raffaele: defenestrato Don Verzè, ora tutti i suoi poteri sono stati conferiti a Giuseppe Profiti, presidente dell’ospedale Bambin Gesù di Roma e uomo di fiducia del cardinale Bertone. Al termine dell’ultimo consiglio di amministrazione della Fondazione Monte Tabor, che guida il gruppo ospedaliero, oltre a Profiti (vicepresidente operativo), hanno debuttato ufficialmente in rappresentanza della Santa Sede il presidente dello Ior, l’istituto opere religiose (la banca d’affari vaticana), Ettore Gotti Tedeschi, il giurista ex ministro Giovanni Maria Flick,e l’imprenditore Vittorio Malacalza. Non sarà dunque Dio a salvare dai debiti il colosso sanitario, ma il Papa attraverso la sua banca. Che ne sarà invece del San Raffaele del Mediterraneo, il nuovo ospedale destinato a sorgere a Taranto con i cospicui finanziamenti della Regione Puglia presieduta da Nichi Vendola? Il 15 Novembre è stato pubblicato il bando della Fondazione, e due giorni dopo l’assessore regionale all’Urbanistica Angela Barbanente  ha “scoperto” che nelle zone soggette a variante non si può costruire, né è possibile cambiare la destinazione d’uso perché lì si sono verificati incendi e, su aree percorse dal fuoco, per legge non si può fare nulla per anni, proprio per bloccare le mire della speculazione edilizia. E che ne sarà dunque, se il San Raffaele non dovesse nascere, dei 60 milioni di euro deliberati il 10 agosto 2010 in favore del San Raffaele del Mediterraneo e bloccati sul conto di Banca Intesa, tesoriere della Regione Puglia?
Taranto ha già due ospedali, il Moscati e il Ss. Annunziata che assicurano globalmente cento posti letto in più dell’erigendo San Raffaele (680 contro 580), e che abbisognano solo di attenzione e cura per non perire, come avviene invece per il resto della sanità pugliese (e meridionale), rovinate da buchi di bilancio mostruosi che sono per lo più conseguenza dell’assalto criminale e clientelare alle risorse. Ci sarebbe spazio e modo per investirli altrove, dunque. A meno che la giunta Vendola,  addolorata per la sorte dei malati di cancro e di leucemia della città più inquinata d’Europa, non persistano nei loro “buoni” propositi di completare la macabra “filiera” toccata in dote ai tarantini: l’industria li avvelena e il nuovo ospedale li accoglie. In tal caso, per dirla con le parole di Michel Foucault: ”oggi il diritto alla salute uguale per tutti è preso in un’ingranaggio che lo trasforma in una disuguaglianza.

 

Nichi Vendola ha risposto ai dubbi manifestati da più parti sulla sua affettuosa amicizia culturale e commerciale con don Verzé. Egli ha risposto a Marco Travaglio (v. l’aricolo del 3 gennaio 2012 de Il Fatto quotidiano, del quale si è detto all’inizio di questo scritto). Ha replicato così (v. http://www.nichivendola.it/sito/mcc/informazione/nichi-risponde-a-travaglio.html):

Gentile Direttore, nel 2005 Taranto era una città agonizzante, con una classe dirigente impresentabile, con apparati burocratici spesso corrotti e incompetenti, con sistemi di potere diffusamente infiltrati dalla malavita. Il Comune, la Asl, lo Iacp (Istituto autonomo case popolari) erano autentici “buchi neri” e non solo dei rispettivi bilanci. Il più inquinato capoluogo del Sud era passato dalle gesta populiste di Giancarlo Cito alla finta modernità aziendale di Rossana Di Bello. Un disastro che porta Taranto al record del più importante dissesto finanziario dell’intera storia italiana. Sullo sfondo di queste miserie altre miserie, la povertà esplosiva di periferie in totale abbandono, l’ingorgo di ciminiere industriali mai monitorate e, per aria e nel mare, tonnellate di inquinanti di ogni tipo. Ecco Taranto. Una città appesa alle millanterie della peggiore destra italiana, ma anche una città malata, oppressa dai veleni e dalla paura, prigioniera della propria disperazione. Io ho impegnato l’azione della mia amministrazione su molti fronti: innanzitutto quello ambientale, imponendo all’Ilva una normativa drastica di riduzione delle diossine e dei furani, e poi una normativa anti-benzoapirene, portando i controlli a tappeto su tutto il territorio ionico. La politica è stata per decenni il notaio degli interessi dei grandi gruppi industriali allocati a Taranto, con noi è cambiata la musica. Poi abbiamo dotato la rete sanitaria del Tarantino di infrastrutture e grandi macchine, perché la domanda di salute è particolarmente pressante laddove per oltre un secolo la città ha vissuto con l’amianto e con altri ingredienti funesti. Ma il ciclo della salute non può che essere, insieme alle bonifiche ambientali, una delle grandi linee strategiche di un diverso modello di sviluppo. Il punto è tutto qui. I due ospedali tarantini, il Santissima Annunziata e il Moscati, sono due strutture vetuste ed obsolete, del tutto inadeguate ad attrarre una domanda di ricovero e cura che è in costante fuga verso il nord e verso il circuito privato. Ricordo a me stesso che la mobilità passiva (e cioè i ricoveri fuori provincia) della sola Asl di Taranto costa alla Puglia circa 120/130 milioni di euro all’anno: come se ogni anno la mia regione regalasse un nuovo ospedale alla Lombardia. Per questa ragione abbiamo deciso di dotare Taranto di un ospedale pubblico di livello internazionale, un’opera di oltre 200 milioni di euro. MA CHE COS’È un ospedale? E cos’è un ospedale connesso all’università e quindi alla didattica e alla ricerca? Forse qualcuno pensa che si tratti di disegnare delle scatole e poi di riempirle di tecnologie e di équipe sanitarie. Non è così facile. Un ospedale è un’azienda che deve durare nel tempo, deve cercare di nascere in sintonia con le migliori pratiche mediche, deve essere una struttura che conosce la realtà epidemiologica del proprio territorio. Si poteva affidare a un qualche ufficio tecnico locale la pratica del nuovo polo della salute? Diciamo che la fantascienza mal si concilia con la prosa amministrativa. Abbiamo peccato nell’affidare al Centro ricerche dell’Università Bocconi la predisposizione del progetto preliminare? Io non credo. Potevamo scegliere di continuare a rattoppare i nosocomi esistenti? Certo, ma io penso che Taranto meritasse e meriti una risposta di radicale innovazione. Appunto: un polo della salute (cura, didattica, ricerca). Come lo facciamo? Qui entra in campo il San Raffaele di Milano, per una semplice ragione. Si tratta dell’Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico che occupa il primo posto nella classifica italiana degli Ircs. Si tratta dell’Università privata anch’essa saldamente in testa alla classifica della qualità. Cosa fa la Regione Puglia con il San Raffaele di Milano? Regala soldi a don Verzé? E io ignoro forse che don Verzé è amico del premier? Provo a rispondere. Noi non regaliamo un euro a nessuno. La struttura è pubblica, noi non abbiamo alcuna cointeressenza finanziaria col San Raffaele di Milano, il fatto che don Verzé sia amico di Berlusconi non cambia la classifica della qualità scientifica del polo milanese della salute. A me sta a cuore solo Taranto. Il San Raffaele è partner di una fondazione in cui la Regione Puglia è l’attore centrale e controlla la cabina di regia di questo progetto: questa fondazione ha la gestione sperimentale dello start up e dei primi 3 anni di vita del futuro complesso sanitario. Finita la fase sperimentale la Regione decide come proseguire. NEL NUOVO ospedale ci sono gli stessi identici posti letto previsti dal piano di rientro per i due nosocomi attualmente funzionanti. I contratti che medici e infermieri stipuleranno saranno quelli del pubblico impiego. Ovviamente noi, di fronte all’attuale crisi del San Raffaele di Milano, abbiamo sospeso la pubblicazione del bando per la progettazione, in attesa che la situazione si chiarisca. Se il San Raffaele fallisce noi cercheremo un nuovo partner e andremo avanti. Comunque andrà Taranto avrà il suo polo ospedaliero nuovo e sarà una grande opera pubblica. Lo dico ai miei critici in buona fede: le scelte sono tutte opinabili, chi ha responsabilità pubbliche deve ogni giorno assumere decisioni. Spesso si può sbagliare. Don Verzé è un diavolo di prete e non è lui il mio riferimento spirituale né intendo fare affari con lui (anche perché io non faccio affari). STO SOLO tentando di dare una grande chance a una città che ha troppo sofferto. Caro Direttore, approfitto della tua generosa ospitalità per una nota a margine. Da circa 30 mesi rispondo, quasi tutti i giorni, sulle brutte storie della sanità pugliese. Non mi sono mai nascosto dietro a un dito, non ho mai minimizzato la portata della “questione morale” anche nel centrosinistra. Ho sempre riconosciuto il mio errore di presunzione (chi lavora con me non può farsi neppure sfiorare da tentazioni diaboliche). Tuttavia, ho anche rivendicato la radicalità e la tempestività con cui ho reagito alle prime avvisaglie delle inchieste. Anzi, ho cercato di fare di più. Ho voluto una legge, l’unica che c’è in Italia, che scolpisce un percorso di formazione e selezione del management sanitario, lo affida a selezionatori indipendenti e di grande autorevolezza scientifica, lo sottrae al negoziato con i partiti. Se Dio vuole, abbiamo sfidato la cattiva politica.

[gli esempi di “negoziato tra i partiti, in verità, si sprecano nell’”era Vendola”; si ricordi, perché più esplicito e prepotente, il caso dell’assegnazione della presidenza del Parco dell’alta Murgia ad un “Vendoliano” e di quello del Gargano ad uno del Pdl; v, in questa rivista =LEZIONE DI DEMOCRAZIA: QUEL PARCO E' MIO, QUELL'ALTRO TENETELO PER VOI=]

Per la verità, “tutto è sospeso”; per motivi però che, almeno formalmente, non riguardano affatto la necessità di attendere che “tutto si chiarisca” sul destino della fondazione milanese e del suo San Raffaele di Milano 2. Il motivo formale della sospensione fu un altro (qui lo si è già segnalato v. www.siderlandia.it): “Il 15 Novembre è stato pubblicato il bando della Fondazione, e due giorni dopo l’assessore regionale all’Urbanistica Angela Barbanente  ha “scoperto” che nelle zone soggette a variante non si può costruire né è possibile cambiare la destinazione d’uso perché lì si sono verificati incendi e, su aree percorse dal fuoco, per legge non si può fare nulla per anni, proprio per bloccare le mire della speculazione edilizia. E che ne sarà dunque, se il San Raffaele non dovesse nascere, dei 60 milioni di euro deliberati il 10 agosto 2010 in favore del San Raffaele del Mediterraneo e bloccati sul conto di Banca Intesa, tesoriere della Regione Puglia?”.


Resta, dei chiarimenti di Vendola, l’elencazione delle benemerenze acquisite sul campo da parte della sua amministrazione, la pretesa ribadita natura pubblica del progettato Ospedale San Raffaele del Mediterraneo e della stessa Fondazione Monte Tabor di don Verzè, la stessa natura (negata dal Consiglio di Stato) della Fondazione San Raffaele di organizzazione non lucrativa di utilità sociale (onlus), l’enfatizzazione del riconoscimento al San Raffaele di Milano di Istituto scientifico (si è visto come il rango fu riconosciuto ai tempi degli aerei di Linate e di Milano 2), la noncuranza per l’obbligo anche per don Verzé di “passare”, per i suoi affari con la Pubblica amministrazione, per la cruna della gara pubblica. Resta la semplicistica “battuta” (Don Verzé è un diavolo di prete e non è lui il mio riferimento spirituale né intendo fare affari con lui - anche perché io non faccio affari -) che sbiadisce nella sua carica intenzionalmente ironica al cospetto del dialogo disarmante tra Vendola e Verzé testualmente riportato, qui, più avanti. E esta, soprattutto, l’uso e l’abuso dell’”a mia insaputa”, oggi vistosamente di moda. Uso, e abuso, del quale un’avvisaglia si ebbe, proprio per mano di Vendola, agli albori dell’inchiesta giudiziaria sulla sanità in Puglia: quando, cioè, lo stesso Vendola scrisse e rese pubblica una sua lettera al Pubblico ministero che svolgeva le indagine, sulla quale però calò immediatamente una coltre di silenzio vagamente evocatrice di una sorta di segreto di Stato. E cioè questa:

 

Ven. 07 Agosto 2009
Comunicati Stampa Presidente
Inchiesta Procura di Bari: Vendola scrive alla PM Digeronimo
Si trasmette qui di seguito il testo della lettera inviata in data odierna dal Presidente della Regione Puglia Nichi Vendola al Pubblico Ministero presso la Procura della Repubblica di Bari, Desirè Digeronimo:

Gent.ma Dott.ssa Digeronimo,
l’amore per la verità non mi consente più di tacere. Ho l’impressione di assistere ad un paradossale capovolgimento logico per il quale i briganti prendono il posto dei galantuomini e viceversa. Io ho la buona e piena coscienza non solo di non aver mai commesso alcun illecito nella mia vita, ma viceversa di aver dedicato tutte le mie energie a battaglie di giustizia e legalità. “Nichi il puro” titola “Panorama” per stigmatizzare le mie presunte relazioni con un imprenditore che non conosco e a cui ho chiuso, dopo trent’anni, una discarica considerata un autentico eco-mostro (stupefacente notare che “L’Espresso” pubblica un articolo fotocopia del rotocalco rivale: sarebbe carino indagare sul calco diffamatorio che origina questa singolare sintonia di scrittura!). In effetti mi considero un puro: e non rinuncio ad aver fiducia nel genere umano e a credere che la giustizia debba alla fine trionfare. In questi anni di governo ogni volta che ne ho ravvisato la necessità ho adottato provvedimenti tanto tempestivi quanto drastici a tutela delle istituzioni: sono fatti noti, che fanno la differenza tra il presente e il passato. Ma la sua indagine, dott.ssa Degironimo, sta diventando, suo malgrado, lo strumento di una campagna politica e mediatica che mira a colpire la mia persona pur non essendo io accusato di nulla. Per antico rispetto verso la magistratura e verso di lei ho evitato, in queste settimane, di reagire alla girandola di anomalie con le quali si coltiva un’inchiesta la cui efficacia si può misurare esclusivamente sui Tg. La prima anomalia è che lei non abbia sentito il dovere di astenersi, per la ovvia e nota considerazione che la sua rete di amici e parenti le impedisce di svolgere con obiettività questa specifica inchiesta. La seconda anomalia
riguarda l’aver trattenuto sotto la competenza della Procura Antimafia una mole di carte che hanno attinenza con eventuali profili di illiceità nella Pubblica Amministrazione. La terza riguarda l’acquisizione di atti che costituiscono il processo di gestazione di alcune leggi, come se le leggi fossero sindacabili dall’autorità inquirente. La quarta riguarda la incredibile e permanente spettacolarizzazione dell’inchiesta: che si svolge, in ogni suo momento, a microfoni aperti e sotto i riflettori. Così per la mia convocazione in Procura. Così per l’inaudita acquisizione dei bilanci di alcuni partiti e addirittura di alcune liste elettorali. Il polverone si è mangiato i fatti: quelli circostanziati legati al cosiddetto sistema Tarantini: e nella festosa scena abitata da questo imprenditore io, a differenza persino di alcuni magistrati, non ho mai messo piede. Lei è così presa dalla sua inchiesta che forse non si è accorta di come essa clamorosamente precipita fuori dal recinto della giurisdizione: sono diventato io, la mia immagine, la mia storia, la posta in gioco diquesta ignobile partita. Non dico altro. Il dolore lo può intuire. Qualcuno sta costruendo scientificamente la mia morte. Per me che amo disperatamente la vita è difficile non reagire. Le chiedo solo di riflettere su queste scarne parole.   Nichi Vendola
Bari, 7 Agosto 2009 

Una indiretta replica alle spiegazioni di Vendola sul caso San Raffaele-Regione Puglia la si trova in www.beppegrillo.it/2011/06/il_polo_oncologico_pugliese/index.html

 

“Il polo oncologico pugliese”
"La Puglia "migliore" di Vendola, dopo sei anni continui di amministrazione regionale, è riuscita a portare la raccolta differenziata ad un misero 20%. (dati regione Puglia). La domanda nasce spontanea: "La percentuale è così bassa perché non sono in grado di organizzarla oppure perchè hanno interesse a che si costruiscano gli inceneritori?". A voi la risposta, ma un dato di fatto è innegabile. Il gruppo Marcegaglia rappresenta in Puglia una delle potenze economiche regionali di maggior peso per la gestione dei rifiuti (proprietaria dell'inceneritore di Cerignola, Massafra e Modugno più aziende per la produzione di CDR e discariche). Appare chiaro che la Marcegaglia potrebbe in qualsiasi momento scatenare una crisi economica o l’emergenza rifiuti nella nostra regione. Questo regime di monopolio crea una potenziale ricattabilità di cittadini e amministratori. I cittadini sono preoccupati per l'inquinamento dell'incenerimento dei rifiuti e di questo è consapevole lo stesso governatore pugliese. Infatti è in arrivo a Taranto, una tra le città più inquinate d'Italia, un polo oncologico privato, il San Raffaele di Milano, finanziato con 120 milioni di euro pubblici. Se per alcuni italiani Vendola potrebbe rappresentare l'ultima scialuppa di salvataggio, possiamo assicurarvi che tanti pugliesi preferirebbero piuttosto annegare. Gli inceneritoristi non si arrenderanno mai (ma gli conviene?), noi neppure!" Amici di Beppe Grillo Bari.

 
A “NOSTRA INSAPUTA?

 La storia finisce qui. Finisce? Per quarant’anni, la stessa storia, finanche gli stessi personaggi, sicuramente gli stessi intrecci di interessi.
Ma c’è un primo colpo di scena: ad amministrare la nuova società nata dal San Raffaele schiantatosi, Flick, già ministro di Prodi, già tutto.
Secondo colpo di scena, imparagonabile con la eccentricità del primo:

 
Una squadra di undici consiglieri regionali incaricata di indagare sul crac miliardario del San Raffaele. Nella formazione della futura commissione d’inchiesta del Pirellone c’è anche il nome che non t’aspetti: Filippo Penati. L’uomo forte del Pd lombardo, il presidente della Provincia di Milano e poi sfidante di Formigoni per la Regione, ma anche il papà del «sistema Sesto» e delle presunte tangenti nell’ex Stalingrado. Un paradosso. Un’assurdità, suggerisce qualcuno. Soprattutto considerati i rapporti tra lo stesso Penati e Renato Sarno, l’architetto indagato a Monza dal pm Mapelli e che per don Verzé aveva progettato il San Raffaele Quo Vadis, l’«ospedale del benessere» in provincia di Verona.
La questione ha però una spiegazione «regolamentare» prima che politica. Penati, sull’onda dello scandalo politico, ha lasciato nello scorso settembre il gruppo del Pd. In qualità di unico rappresentante del gruppo misto, la sua cooptazione ora nella commissione è un passaggio pressoché obbligato. Nessuna scelta, nessuna premeditazione. Burocrazia d’aula, piuttosto. Eppure il caso ha sollevato ieri la sua buona dose di polemiche. «Non prova vergogna il Pd per l’ingresso del plurindagato Penati nella commissione sul San Raffaele? », ha chiesto per esempio il capogruppo pdl Paolo Valentini, nel tentativo di difendere Formigoni dalle accuse piovute per l’affaire Ponzoni. «Entra in quanto unico componente del "misto", poiché tutti i gruppi devono essere rappresentati per regolamento. La polemica è chiaramente strumentale», la replica immediata dal centrosinistra. [E Penati fa l’«investigatore» sul crac del San Raffaele – Corriere della Sera, 18 gennaio 2012]


Dobbiamo continuare a seguirli, questi qua? C’è una via: ricominciamo a leggerli da capo, i quarant’anni che non hanno cambiato nulla. E regoliamoci in conseguenza ricordandoci, se possibile, sigle, nomi e cognomi. Così, per scrupolo, certo non con spirito persecutorio nei confronti di nessuno; per evitare, invece, solo per evitare che ci tocchi di ripetere, sconsolati,: “è avvenuto e avviene, tutto a nostra insaputa”.
 

Sudcritica

Ultimo aggiornamento Sabato 28 Gennaio 2012 22:56
 

Commenti  

 
0 #1 giovanni 2012-01-29 21:23
L'inquietante cronistoria dell'ospedale "San Raffaele del Monte Tabor di Milano” e la similare nascita con inatteso aborto di quello del "S.R. del Mediterraneo di Taranto" sono la dimostrazione della potenza e volontà di DIO, di costruire e sponsorizzare a insaputa dei fedeli ospedali e governatori. La magnanimità di Nostro Signore nel pianificare e volere preventivamente indicarci la strada per raggiungerlo più facilmente in cielo passando per un ospedale divino attrezzato, si manifesta con la bontà della Marcegaglia coi suoi inceneritori che insieme ai Riva con l’ILVA, ci hanno regalato a nostra insaputa, tante malattie come il cancro, con pene e dolori indotti, nello spirito del vero cristiano. La violenta devastazione del territorio con tanto di speculazione edilizia nel tarantino, fa da corollario al disegno divino. E la capacità di Vendola di trovare soldi da offrire quale obolo a Dio/Verzè, nonostante la Puglia sia enormemente indebitata e i poveri paghino i tichet?
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Sudcritica Flash

==MARIO MARANGI, PER L'EXTRAVERGINE DI PUGLIA 'CREARE RETE' TRA I PRODUTTORI=Le ‪‎difficoltà‬ ma anche le grandi ‪opportunità‬ dei ‪‎produttori‬ ‪‎oleari‬ che puntano all'‪‎innovazione‬ e alla ‪‎qualità‬, in ‪Puglia‬ come a Modugno‬.
‪‎Investire‬ nell'‪olivicoltura‬ significa anche ‪valorizzare‬ il ‪territorio‬ e il tessuto‬ ‪sociale‬.
Ecco le ‪sfide‬ che affrontiamo noi ‪giovani‬ ‪‎imprenditori‬ ‎agricoli‬.
[v.in Sudcritica Modugno]

Sudcritica Flash

=IL COMUNE DI MODUGNO ABBATTE IL 'MURO'. LO ACQUISTO' COME OPERA D'ARTE, LO DISTRUGGE COME BAGNO FATISCENTE=
di Francesca Di Ciaula.Il 2 febbraio scorso, in piazza Romita Vescovo, un tempo adibita a mercato del pesce, sono iniziati i lavori di demolizione della parete adiacente ai bagni pubblici.
La motivazione è presto detta: sicurezza e salvaguardia della pubblica incolumità, fatiscenza delle strutture. Il tutto per una spesa di 35 000,00 €.
La parete ricoperta di marmo nero, fu costruita a ridosso della chiesa seicentesca delle Monacelle in pieno centro storico, per nascondere un bagno pubblico, alla vista di chi sostava nella piazzetta. Una visione dai contrasti indicibili. Un monolite scuro e dietro la parete chiara dell'antica chiesetta. L'antico e il nuovo, maldestro tentativo di dare dignità al piastrellato che ha invaso il paese, eppure opera pubblica. La modernità imposta per capriccio o arbitrio, il marmo contro la pietra povera antica. Oggi ulteriore denaro pubblico è stato impiegato per distruggere quel manufatto a nessuno mai piaciuto per la sua manifesta volgarità.

[v.leggi tutto in Sudcritica Modugno]

Sudcritica Flash

=ITALIA GIUSTA, IL COMUNE DI MODUGNO BLOCCHI LO 'SFRATTO' DELL’ISTITUTO DEL NASTRO AZZURRO=
di Tina Luciano.

Il movimento Italia Giusta secondo la Costituzione sollecita il Commissario prefettizio a Modugno perché blocchi lo ‘sfratto’ dell’Istituto Nastro Azzurro fino a quando sarà pronta la nuova sede ad esso destinata, in locali comunali che oggi ospitano i Servizi sociali.Il Museo e le Associazioni combattentistiche raccolte nell’Istituto custodiscono oggi le poche tracce esistenti di una memoria collettiva di Modugno, perse le quali va definitivamente in frantumi l’identità dell’intera città.
Un luogo della memoria va protetto e tutelato: insistere nel volerlo ‘sfrattare’ ha il sapore iconoclasta della provocazione, del voler far apparire come insensibile al bene pubblico una pubblica amministrazione che deve invece avere a cuore unicamente le esigenze sociali.

[v.anche in Sudcritica Modugno]

I SEMINARI DI ITALIA GIUSTA

=CONSUMO DI SUOLO E COMUNITA' SENZA IDENTITA'. INCONTRO CON GIUSEPPE MILANO=
Il 23 gennaio 2015. Sono intervenuti Pasquale De Santis e Nicola Magrone."Contro il mostruoso consumo di suolo in tutta Italia, serve una mobilitazione dei cittadini, una coscientizzazione che ci faccia capire che la cementificazione costante ha un forte impatto sociale, significa alienazione, perdita di coesione della comunità, significa che non esiste più un'identità delle nostre città. Sentiamo spesso dire che si vuole 'costruire il futuro': ma lo si dice a vuoto, mentre si perpetuano questi atteggiamenti di noncuranza e di malapolitica. Costruire il futuro significa cominciare a far le cose per bene ogni giorno nelle nostre città. Quel che è successo a Modugno lo sapete voi, non ho titolo per parlarne ma parlano i fatti. Basta col dire che edilizia e urbanistica vanno visti come motore dello sviluppo, se poi sappiamo che servono per creare solo lo sviluppo di pochi... basta!"

Riprese video di A.Covella per Italia Giusta/Sudcritica

[v.anche in Sudcritica Modugno]

=DISCUSSIONI=

=SOVRANITA' NAZIONALE
MONETARIA
E DEBITO PUBBLICO=

Serafino Pulcini/
Mino Magrone

Monete-antiche-riportate-alla-luce-in-uno-scavo-archeologico


_________________

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I SEMINARI DI ITALIA GIUSTA

=PROTEZIONE CIVILE, INCONTRO CON GIUSEPPE DI CIAULA=
Il 9 gennaio 2015. Coordinamento, formazione, esercitazioni, sicurezza sono i cardini di una buona protezione civile.Fondamentale un piano dettagliato di intervento, con volontari professionali i quali - quando dovessero verificarsi emergenze - sanno che fare ma non usurpano i compiti dei professionisti. Partecipano il presidente di Italia Giusta secondo la Costituzione, Pasquale De Santis, e Francesca Di Ciaula, della segreteria del movimento.
Riprese video di A.Covella per Italia Giusta/Sudcritica

[v.anche in Sudcritica Modugno]

I SEMINARI DI ITALIA GIUSTA

=PROTEZIONE CIVILE, INCONTRO CON WILLIAM FORMICOLA=
Il 12 dicembre 2014, su ''Stato di salute del territorio italiano e ruolo della protezione civile''.Al centro dell'intervento, le azioni che gli amministratori devono compiere per prevenire, e per intervenire nel verificarsi di emergenze; gli effetti della mano dell'uomo sull'aggravamento dei rischi, i pericoli legati al consumo del territorio e al costruire senza regole. E' intervenuto il presidente di Italia Giusta, Pasquale De Santis.
Riprese video di A.Covella per Italia Giusta/Sudcritica

[in Sudcritica Modugno]

=POLITICA E CONSENSO=

=LA POLITICA
DELLE LOCUSTE=

locuste-madagascar


se si vuole tentare
un recupero
delle regole
che tutelino tutti,

bisognerà scontentare
i gruppetti di interesse
che si concentrano come locuste
intorno al patrimonio pubblico

di  Tina Luciano
__________________

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I SEMINARI DI ITALIA GIUSTA

=CULTURA, SCUOLA E
TERRITORIO E LA 'NUOVA'
FIERA DEL CROCIFISSO
A MODUGNO=

seminario IG di ciaula longo lobaccaro

Per i Seminari di Italia Giusta
secondo la Costituzione,
incontro - il 21 novembre 2014 -
col musicista dei Radiodervish
Michele Lobaccaro
e con Francesca Di Ciaula
e Valentina Longo.
Su politiche culturali a
Modugno, sul successo
della 'nuova' Fiera
del
Crocifisso inaugurata
con l'amministrazione
Magrone
e sull'importanza
delle relazioni
tra scuola e territorio.

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=DISCUSSIONI=

=ECONOMIA E UE.
CI VORREBBE KEYNES
MA E' TROPPO
DI SINISTRA=

keynes-main-photo


Ilquadro
macroeconomico

dell’Europa
dovrebbe suggerire
la ripresa di politiche economiche
poggiate sulle argomentazioni
della cosiddetta sintesi postkeynesiana.
Invece, ciò è ancora molto lontano
dall’essere preso in considerazione
dalle istituzioni europee

di  Mino Magrone

____________________

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I SEMINARI DI ITALIA GIUSTA

=LE SCELTE FISCALI DELLA GIUNTA MAGRONE PER PROTEGGERE I CETI MENO ABBIENTI=
Incontro con Dino Banchino.

Per i seminari di Italia Giusta secondo la Costituzione, incontro con l'assessore al Bilancio dell'amministrazione comunale di Modugno guidata da Nicola Magrone.Banchino ha parlato delle scelte fiscali fatte dalla giunta, tutte improntate all'art.53 della Costituzione italiana, per il quale il sistema tributario nel nostro Paese "è informato a criteri di progressività”.
Per questo, per il 2014 a Modugno non si è pagata la TASI, preferendo scaricare il peso maggiore della contribuzione dei cittadini sull'Irpef. Sono intervenuti Pasquale De Santis, presidente di Italia Giusta secondo la Costituzione, e Nicola Magrone.

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I SEMINARI DI ITALIA GIUSTA

=MODUGNO, LA GIUNTA MAGRONE E L'AIUTO AI PIU' DEBOLI=
Incontro con Rosa Scardigno

Per i seminari di Italia Giusta secondo la Costituzione, incontro con l'assessore ai servizi sociali dell'amministrazione comunale di Modugno guidata da Nicola Magrone.Al centro dell'intervento dell'assessore, gli sforzi per ricostituire servizi disastrati (Ufficio di Piano, in primis), le necessità cui assolvere senza arbitrio, la descrizione di un lavoro interrotto a poco più di un anno dall'insediamento, quando avrebbe potuto dare aiuti più congrui.

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=DISCUSSIONI=

=MODUGNO.
CON ITALIA GIUSTA
PER ROMPERE
L'AGGLOMERATO
DI POTERE=

logo italia giusta internet


Da queste parti
smuovere la stagnazione
di poteri è stato
un azzardo
ed una scelta
 coraggiosa.
E tuttavia la dimostrazione
che un movimento possa spezzare

un meccanismo consolidato
c'è stata.
[...] Che si possano tentare
scelte politiche limpide e nette,
l'esperienza amministrativa
modugnese ce lo insegna

di  Francesca Di Ciaula
____________________

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I SEMINARI DI ITALIA GIUSTA

=MODUGNO, LA NUOVA FIERA DEL CROCIFISSO=
Incontro con Tina Luciano -
"Queste sono le ragioni e le modalità della nuova configurazione della Fiera del Crocifisso......da un lato riannodare i fili con il centro della città, dall’altro garantire la sicurezza in un sito che, oltre ad essere isolato non garantiva nemmeno l’incolumità dei visitatori".

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=I LUOGHI=

=BORGO TACCONE.
STORIA PICCOLA
DEL SUD=

taccone7


Borgo Taccone
è questo luogo
dell'assenza,
una storia mancata
di insediamenti rurali.
Eppure non riesci
ad individuare la parola fine
a questa storia.
Il borgo intero sembra piuttosto
un racconto interrotto.

di  Francesca Di Ciaula
______________

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=DISCUSSIONI=

=IL MATTONE DI CALVINO.
60 ANNI DOPO=

Credits-LaPresse h partb


“Un sovrapporsi
geometrico di parallelepipedi
e poliedri, spigoli e lati di case,
di qua e di là, tetti, finestre,
muri ciechi per servitù contigue
con solo i finestrini smerigliati
dei gabinetti uno sopra l’altro”.

di  Nicola Sacco
______________

 [Leggi tutto]

=DISCUSSIONI=

=CRISI. PER SALVARE
L'EUROPA BASTEREBBE
SVEGLIARE IL GIGANTE=

images


Una modesta
frazione

di questo gigante finanziario
narcotizzato e costretto
a stare improduttivo può,
purché l’Europa e la Germania
lo vogliano, finanziare opere
e interventi comuni di sviluppo
e crescita dell’occupazione
di lavoratori in Italia ed in Europa

di  Mino Magrone
______________

 [Leggi tutto]

=DISCUSSIONI=

=MODUGNO.
LA DIGNITA' POSSIBILE=

francesca4


Questo, il sindaco
di Modugno,
Nicola Magrone,
ha insegnato nel primo anno
di amministrazione a chi
ha voluto comprendere:
a essere chiari,
a pronunciare il nome delle cose
senza timore, pubblicamente,
non in cenacoli all’ombra
di qualche interesse
che non fosse quello
di tutti i cittadini.

di  Francesca Di Ciaula

____________________

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=DISCUSSIONI=

=TAMARO, IL GRANDE NEMICO
E' IL NIENTE. O LO E'
PIUTTOSTO IL NICHILISMO?=

rotoletti010


L'angoscia e il disagio
non sono soltanto
sentimenti dei giovani,
sono invece
di noi tutti
in quanto mortali
destinati a finire,
al niente

di  Mino Magrone

_______________

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Sudcritica Modugno

=GUASTO A PASSAGGIO A LIVELLO MODUGNO. IL SINDACO, SITUAZIONE ASSURDA CHE SI RIPETE= 5 aprile 2014 - Dice Nicola Magrone: "Prendero' le opportune iniziative per l'attuazione puntuale di intese precise sui compiti i di Fal e Rete Ferroviaria Italiana. Quello che serve e' scongiurare ulteriori situazioni di grave pericolo".[Leggi tutto in Sudcritica Modugno]

=DISCUSSIONI=

=“La grande bellezza”?=

la grande bellezza


Finché continua
l’umana avventura
in questa valle,
ci sarà scienza, arte,
religione
e l’apocalisse del pensiero
lasciamola ai meno dotati.
Non ci riguarda.

di  Pippo De Liso

_______________

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=DISCUSSIONI=

=JOBS ACT, LAVORO

SENZA DIRITTI

E SENZA DIFESE=

CGIL crisi

 
l’Europa solidifica
interessi preminenti
anche sottraendo
ai Paesi
a sovranità nazionale
le tradizioni politiche
e i documenti storici d’identità.
L’Italia è in prima fila con la cessione
della Costituzione e la fiammata
di follia collettiva del cambiamento
a tutti i costi, soprattutto in peggio

di  Pippo De Liso

_______________

[ Leggi tutto]

=DISCUSSIONI=

=Per far ripartire l'Italia

non serve stravolgere

la Costituzione=

costituzione

Proposta, da parte di un attivista

di Italia Giusta, di una piccola

guida pratica, aperta a suggerimenti,

per orientarsi tra i temi

di stretta attualità politica

di  Nicola Sacco

_______________

[ Leggi tutto]

Sudcritica Modugno

=RACCOLTA DIFFERENZIATA A MODUGNO, SUDCRITICA INTERVISTA L'ASSESSORE = 17 marzo 2014 - Puoi seguire l'intervista anche alla pagina di Sudcritica Modugno.Tra breve, finalmente, anche a Modugno (e per l'intero Aro del quale Modugno è capofila) ci sarà un bando di gara per una vera raccolta differenziata. Con l'aiuto e la collaborazione di tutti i cittadini dovrà portare al traguardo 'rifiuti zero'. L'assessore comunale Tina Luciano spiega a Sudcritica come accadrà.

Riprese e post produzione di Alberto Covella

Per discutere con il Movimento Italia Giusta secondo la Costituzione, questi gli indirizzi:
sede: via X marzo 88 - 70026 MODUGNO
posta elettronica: [email protected]
[email protected]
rivista: www.sudcritica.it

=DISCUSSIONI=

Larroganza

della Rai

In nessun altro

Paese europeo

si assiste al pagamento

di un canone obbligatorio

a fronte di una pubblicità

invadente e accentratrice

di  Pippo De Liso

_______________

[ Leggi tutto]

=DISCUSSIONI=

Il documento

alternativo

"Il sindacato

è un'altra cosa"

per il XVII Congresso

della Cgil

 

di  Pippo De Liso

__________________

[ Leggi tutto]

=DISCUSSIONI=

Una sinistra

nata piccolo-borghese

 

di  Franco Schettini

__________________

a mio avviso il nostro “marxismo” altro non è stato che riformismo piccolo borghese, nemmeno socialdemocratico

Il 15 giugno del 1975 Pasolini scriveva, dopo le effimere vittorie delle sinistre, che “l’Italia è nel suo insieme ormai un Paese spoliticizzato, un corpo morto i cui riflessi non sono che meccanici. L’Italia cioè non sta vivendo altro che un processo di adattamento alla propria degradazione”.

[ Leggi tutto]

Contro la violenza sulle donne

MAGRONE, PALMINA E LE SUE PAROLE HANNO CAMBIATO LA MIA VITA
Casacalenda, 16 novembre 2013 - intervista di Maurizio Cavaliere. Magrone ricorda il giorno in cui palmina martinelli gli parlò in punto di morte, rivelandogli i nomi dei suoi aguzzini. La 14enne di fasano morì data alle fiamme nel novembre 1981, si era rifiutata di prostituirsi.

=LA VIOLENZA ESIBITA=

di Francesca Di Ciaula

____________________

violenza2 [ Leggi tutto]  

DON TONINO BELLO - LA COSCIENZA E IL POTERE

IL POTERE, LA LEGGE, LA COSCIENZA
Don Tonino Bello ricordato dal sindaco di Modugno, Nicola Magrone, a Mola di Bari, il 16 ottobre 2013, con l'assessore regionale Guglielmo Minervini e don Gianni De Robertis.La speranza nel patto tra deboli, se non per rovesciare il potere almeno per attenuarne l'abuso. Tornare alle origini di don Tonino Bello è tornare alle origini del nostro popolo, cioè la Costituzione. Secondo il sindaco di Modugno, oggi la costituzione non deve essere modificata.

cronache dall'interno

=IL SINDACO DI MODUGNO NICOLA MAGRONE E LA SUA GIUNTA INCONTRANO I CITTADINI=
26 settembre 2013 - Filmato integrale dell'incontroPer la prima volta nella vita amministrativa di Modugno, l’amministrazione parla con i cittadini in un incontro pubblico.

Riprese e post produzione di Alberto Covella

Per discutere con il Movimento Italia Giusta secondo la Costituzione, questi gli indirizzi:
sede: via X marzo 88 - 70026 MODUGNO
posta elettronica: [email protected]
[email protected]
rivista: www.sudcritica.it

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